Obiettivo complessivo: ridurre il divario di cittadinanza. Così si legge nelle schede che il governo ha preparato sul Sud nel Pnrr – Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nel Piano sono quattro le direttrici che puntano a investimenti e riforme per rilanciare il Sud.
Il Pnrr e il fondo complementare prevedono per il Sud in totale 82 miliardi di euro, pari al 40% del totale delle risorse del piano stesso. Nello specifico per la missione “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura” sono previsti 14,58 miliardi (pari al 36,1% dell’intera dotazione della missione), per “Rivoluzione verde e transizione ecologica” 23 miliardi (il 34,3%), per “Infrastrutture per la mobilità sostenibile” 14,53 miliardi (53,2%), per “Istruzione e ricerca” 14,63 miliardi (45,7%), “Inclusione e Coesione” 8,81 miliardi (39,4%) e per “Salute” 6 miliardi (35-37%).
Collegare e connettere il Sud: questa una delle direttrici del Pnrr per ridurre i divari tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia. Per farlo il Piano prevede investimenti per alta velocità e sistema portuale, digitalizzazione e viabilità nell’Italia interna.
Oltre a collegare e connettere il Sud, il Pnrr punta a far diventare il Mezzogiorno un’area attrattiva di investimenti. Per farlo si delinea la riforma delle Zes (Zone economiche speciali), si punta su ecosistemi dell’innovazione e sull’hub energetico del Mediterraneo.
Non c’è ripresa senza un programma che accompagni la crescita economia alla crescita sociale: per questo si prevede un piano per asili e tempo pieno, l’incremento di infrastrutture sociali e politiche per il lavoro mirate.
Quarta direttrice è associare fare in modo che la crescita economica sia anche una crescita sostenibile. Ecco allora che il Pnrr prevede lo sviluppo di un’economia circolare, in particolare nella gestione dei rifiuti. Non va trascurata la tutela del territorio e dell’acqua e, infine, una transizione energetica verso le rinnovabili accompagnata da una mobilità sostenibile.