Pnnr per la Sicilia: tredici linee d’intervento suddivise in 6 missioni operative per investimenti complessivi stimati in 26,4 miliardi di euro. Questa in sintesi la declinazione siciliana del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta, ovviamente, dell’elenco delle proposte formulate dal governo regionale presieduto da Nello Musumeci. Nella nota che accompagna il piano, il governo regionale delinea con precisione la drammatica crisi economica e sociale dell’isola.
Perchè è vero che la Sicilia nel 2020 ha perso qualche decimale di Pil in meno delle altre regioni italiane (il -7,8 per cento rispetto al -8,3 della media italiana), ma Palazzo d’Orleans non nasconde il fatto che l’economia regionale è in bolla dalla crisi mondiale del 2008. Le risorse del Recovery fund e le altre misure che saranno approntate dall’Unione Europea sono l’ultima chance per evitare la marginalizzazione dell’isola dal tessuto europeo.
Per questa ragione, gran parte della missione immaginata dall’assessore all’economia Gaetano Armao va nella direzione di ridurre tutti i gap che assillano la Sicilia. Il 60 per cento degli interventi sono destinati alle infrastrutture per la mobilità, con una previsione di spesa che ammonta a 16 miliardi. Non a caso, nel piano che risale al mese di novembre, si fa notare che la Presidenza della Regione siciliana ha inviato “alle principali società pubbliche nazionali” una richiesta per individuare le “principali progettualità” di tali potenziali co-investitori in Sicilia. I progetti di Enel, Terna, Ferrovie dello Stato ed Eni sono arrivati e inseriti nel piano regionale. Oltre agli investimenti per la mobilità, con le risorse del Recovery fund, Palazzo d’Orleans ipotizza di investire 2,93 miliardi per “digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo”, 4,3 miliardi per il settore green, 1,3 miliardi per “istruzione, formazione, ricerca e cultura”, 900 milioni per equità di genere e territoriale e, infine, 980 milioni per il sistema Salute. I sei assi immaginati dal governo regionale si sviluppano con 13 linee progettuali.
In realtà, molti progetti sono stati sostanzialemente attivati. Basti pensare al Commissariamento operato ad aprile di quest’anno dal Ministero delle Infrastrutture che ha già liberato risorse per il sistema ferroviario siciliano e per le strade. Il documento del governo regionale risale al novembre dell’anno. Da allora è passata tanta acqua sotto i ponti. Abbastanza da mettere da parte, almeno per quel che riguarda le risorse del Pnnr, il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Dal plafond progettuale immaginato da Palazzo d’Orleans, dunque, vanno tagliate risorse per quasi quattro miliardi, i fondi necessari per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Progetto che non è stato inserito perché tutte le attività previste dal Pnnr vanno completate e consegnate entro la fine del 2026. Per il Ponte sullo Stretto di Messina, tuttavia, si sono aperti nuovi sviluppi, con la disponibilità del governo guidato da Mario Draghi a parlarne.
Per ridurre il gap infrastrutturale, il piano regionale presenta un bilancio di oltre 16 miliardi di spesa. Mettendo da parte la vicenda “Ponte sullo Stretto”, i principali interventi ex novo riguardano la realizzazione di un aeroporto intercontinentale e di un porto-hub. Uno dei principali obiettivi riguarda la “velocizzazione dell’asse ferroviario Palermo-Messina-Catania”, che dovrà essere realizzata con cinque distinti interventi: il doppio binario fra Castelbuono e Terme Vigliatore; la nuova tratta da Castelvetrano a Trapani; il collegamento Canicattì-Licata-Gela-Vittoria-aeroporto di Comiso; il potenziamento della rete ferroviaria occidentale con connessione con Punta Raisi e Birgi; il progetto di Metropolitana leggera a Palermo, nel tratto Oreto-stazione Notarbartolo. Parecchie risorse verranno destinate alle strade siciliane. Tra i progetti principali vanno ricordati il completamento della Siracusa-Gela, «strada extraurbana principale (Class. B) a carreggiate indipendenti, separate da spartitraffico invalicabile, ciascuna con due corsie di marcia» con cui collegare Gela con Castelvetrano.