“Scusate per l’interruzione, sappiamo quante persone fanno affidamento sui nostri servizi per restare connesse”.
Così Mark Zuckeberg che, con un post condiviso su Facebook, si è scusato con gli utenti dei ‘suoi’ social media (anche WhatsApp e Instagram) dopo il black out che è durato circa 7 ore. Un periodo così lungo di down non succedeva dal 2008.
Will Cathcart, capo di WhatsApp, su Twitter ha scritto: “Sono grato a tutti coloro che hanno lavorato duramente per riportare il nostro servizio all’affidabilità che ci si aspetta, è stato un promemoria per ricordarci quante persone e organizzazioni si affidano alla nostra app ogni giorno. Impareremo e cresceremo da questo”.
Il patrimonio di Zuckerberg si è ridotto di circa 5,9 miliardi di dollari dopo una brutta sessione a Wall Street in cui il social network, colpito da uno scandalo per le sue pratiche non etiche e da un’interruzione mondiale dei suoi servizi, è crollato 4,9%.
Secondo i dati di Forbes, il calo ha fatto scendere la fortuna di Zuckerberg a 117.000 milioni di dollari, relegando il manager al sesto posto nella classifica delle persone più ricche del mondo, in calo di una posizione.
In totale Facebook ha perso il 7,74% a Wall Street negli ultimi cinque giorni e più del 13% nell’ultimo mese. Il down di ieri dei social legati a Facebook, tra cui Instagram e Whatsapp, secondo Bloomberg avrebbe generato una perdita a livello globale di 160 milioni di dollari per ogni ora di interruzione della connessione digitale.
Cos’è successo? Il blocco dell’App di messaggistica e dei social media è stato causato dalle provocato da modifiche alla configurazione dei router che gestiscono il traffico di rete tra i vari centri dati.
“Questa interruzione del traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sul modo in cui comunicano i nostri centri dati e hanno bloccato i nostri servizi”, ha riassunto il vicepresidente delle infrastrutture di Facebook, Santosh Janardhan, in un post. La soluzione dei problemi, come dimostra la durata del blackout, è stata particolarmente complessa. I media Usa hanno evidenziato che Facebook ha dovuto inviare un team di tecnici e specialisti nei data center di Santa Clara, in California, per intervenire direttamente sui server, vista la scarsa utilità delle operazioni da remoto.
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