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Nino D’Angelo: “I napoletani mi adorano” ma quegli spari nel 1986…

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  • Nino D’Angelo ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera.
  • L’artista napoletano ha spiegato perché non vive più a Napoli.
  • Il cantante ha raccontto l’incontro con uno dei Beatles.

Sul Corriere della Sera c’è un’intervista a Nino D’Angelo, senza dubbio uno dei simboli della musica napoletana nel mondo.

Tuttavia, D’Angelo, 64 anni, vive a Roma e non nella sua Napoli dal 1986 quando “spararono due volte contro casa mia”. “Proprio la camorra, volevano i soldi. Vedevano il successo. Telefonavano, minacciavano. La seconda volta, hanno sparato dentro casa, il proiettile è entrato nella stanza dove mio figlio Vincenzo dormiva nel lettino. Siamo scappati in un giorno”, ha raccontato l’artista.

E ancora: “Un peccato, perché devo tutto alla città, i napoletani mi adorano: piace che uno di loro ce l’ha fatta senza aiuti”. E sul quartiere dov’è nato: “Ora ho trovato il quartiere come l’ho lasciato: uguale. Guardando la disperazione negli occhi delle persone mi sono messo a piangere e ho pensato che oggi sarei stato vecchio così, coi figli che vivono per sopravvivere. Mi è tornata la voglia di scrivere ed è nato il disco che esce il 15 ottobre”.

Il papà di Nino D’Angelo – il più grande di sei figli – era un calzolaio: “Nessuno ci diceva che la scuola era importante. A me studiare non piaceva, perché non piaceva a nessuno della famiglia. In terza media, per promuovermi, i professori mi fecero cantare la Marsigliese. Quelli sono posti in cui si nasce per non essere niente […] Si diventa qualcosa incontrando la cultura. Quando non sai, non ti puoi difendere. Io, grazie al talento, ho conosciuto persone che mi hanno insegnato, anche solo andandoci a cena”.

Infine, D’Angelo ha anche raccontato l’incontro con Billy Preston, uno dei Beatles: “Stava in Italia e venne lui da me, perché a casa di Miles Davis mettevano le mie canzoni. Io stavo facendo un disco, gli piacque Chicco di caffè, si mise a suonare il piano. E poi l’ha suonata nel disco, c’è proprio lui che suona. Quasi nessuno l’ha scritto”.

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Published by
Walter Giannò