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L’Istat vede l’economia italiana in crescita in futuro, ma la crisi è stata devastante

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  • I dati del rapporto Istat presentato in questi giorni
  • Perduti anche 735 mila posti di lavoro
  • L’Italia viveva già una condizione difficile prima del Covid

Le previsioni per l’economia italiana parlano di crescita ma non si possono eludere i contraccolpi negativi della crisi derivata dall’emergenza sanitaria, né la situazione che l’Italia viveva già nell’era pre-covid. E’ quanto emerge dal report annuale Istat presentato in questi giorni.

Le conseguenze della pandemia

Il report Istat segnala circa 735 mila posti di lavoro ormai perduti da recuperare, stima una diminuzione pari a 40 mila unità delle nascite a causa delle incertezze familiari e al blocco dei matrimoni causa covid e un 6% degli studenti che non ha partecipato alla Dad.

Sono situazioni sociali che rendono un sistema già fragile come quello italiano prossimo al baratro. A tenerlo in piedi sono le aspettative legate al Pnrr.

La recessione globale indotta dalla crisi è stata violenta e di breve durata, con un immediato rimbalzo favorito dalle misure di sostegno; una caduta del Pil dell’8,9% nel 2020 che in conseguenza della bassissima crescita (o stagnazione) dell’ultimo ventennio, ha riportato il Pil al livello del 1998. Contrazione dovuta alla caduta verticale della domanda, e in particolare dei consumi privati.

I cambiamenti nella finanza pubblica europea

Il 2020 è stato un anno di rivoluzioni per la finanza pubblica europea: i vincoli posti dal Patto di Stabilità e Crescita sono stati sospesi, come dimostra il 9,5% di disavanzo italiano, le misure di contrasto della crisi sono state imponenti e i deficit pubblici si sono ampliati, salendo a livelli del tutto inusuali. In Italia il debito è salito al 155,8% del Pil, sul quale ha peraltro agito in maniera cruciale la contrazione del Pil nominale.

Le stime di crescita

Le stime Istat indicano una crescita del 4,7% quest’anno seguita da ritmi inferiori ma vicini, si parla del 4.4% nel prossimo. Ma gli attuali segnali, anche a livello europeo, portano a considerare che i rischi di errore nella previsione per il 2021 sono al momento piuttosto orientati al rialzo; secondo le stime Ue cresceremo del 5% il primo anno e del 4,8% il prossimo.

Già nel 2019 il Pil italiano era più basso di quello pre-crisi del 2007, e anche alla luce del rialzo che la Ue ha deciso di vedere sulle previsioni di crescita italiane, l’Italia rimarrà comunque l’unico paese europeo a non recuperare il crollo causato dal covid. Una contrazione del PIL del 8;9% che secondo le più ottimiste stime non potrà essere superata al termine del 2022 e anche il prossimo anno il valore dell’economia italiana rimarrà sotto i livelli del 2007.

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Published by
Michele Semilia