E’ l’imprenditrice antiracket, una presenza fissa nelle iniziative a sostegno della legalità. Silvana Fucito, la cui storia di vittima della camorra ispirò anche una fiction televisiva, si trova ora indagata nell’ambito di una inchiesta della procura di Napoli su aziende che fanno capo al marito.
Quest’ultimo, Gennaro Petrucci, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza che gli hanno notificato una ordinanza ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti e simulazione di reato. Gli uomini del Nucleo di polizia tributaria gli hanno anche sequestrato beni per più di tre milioni.
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli, verte su un’imponente frode fiscale attuata da due aziende riconducibili secondo l’accusa a Petrucci. La donna è amministratore unico della G.S.P. General Sell Pant srl, azienda che ha intrattenuto rapporti commerciali con la Color Paint srl di Petrucci. Quest’ultima società, secondo l’accusa, pur presentando formalmente dichiarazioni dei redditi e bilanci, non ha mai operato, annotando fatture “di comodo”.
Nei confronti di Silvana Fucito il pm Marco Bottino aveva chiesto la custodia in carcere, ma il gip Luisa Toscano non ha accolto la richiesta. Petrucci e la moglie ieri mattina sono rientrati da Roma, dove avevano preso parte alla presentazione della serie televisiva “Gomorra”.
Saputo che i militari del Nucleo di polizia tributaria li avevano cercati a casa senza però trovarli, si sono presentati in caserma, dove a lui è stata notificata l’ordinanza cautelare che gli impone i domiciliari e a entrambi il decreto di sequestro.
A Petrucci viene contestata anche la simulazione di reato: nel tentativo di sfuggire ai controlli, infatti, l’imprenditore nel 2010 avrebbe denunciato ai carabinieri il furto di tutti i documenti contabili relativi agli anni precedenti. I documenti sono invece stati trovati dalla Guardia di Finanza nel corso di una perquisizione.
L’imprenditrice è chiamata in causa inoltre per un mandato di pagamento verso l’estero disposto invece del marito e riguardante una fattura emessa nei confronti della società “cartiera” (cioè dedita ad attività fittizie) Colorpaint pur non avendo alcun ruolo nell’azienda.
Oltre ai due coniugi sono indagati il genero Ciro Ferrer, il commercialista Vittorio Di Gregorio, l’imprenditore Salvatore Di Mitri e Gennaro Petrucci, cugino omonimo del marito della Fucito. Rosario D’Angelo è stato intanto oggi eletto nuovo coordinatore regionale delle associazioni antiracket campane aderenti alla FAI riunitisi alla presenza del presidente onorario Tano Grasso. Sostituisce proprio la Fucito che, in seguito all’indagine in cui è stata coinvolta, ha rassegnato per ragioni di opportunità le dimissioni.
”L’indagine che oggi coinvolge Silvana Fucito nulla toglie al valore e all’impegno da lei profuso in questi anni, la cui storia è passata al vaglio di una rigorosa verifica giudiziaria che ha portato alle sentenze di condanna di numerosi camorristi”, si legge in una nota della Federazione delle associazioni antiracket e antiusura.
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