In Sicilia il Pd perde l’ennesima occasione. Questa volta però il Governo e la maggioranza vengono battuti, in modo imbarazzante, sulla questione delle trivellazioni.
Non è un semplice caso che le compagnie petrolifere vogliono partecipare alla caccia dell’oro nella nostra isola. Secondo i dati del ministero dello Sviluppo economico, i giacimenti di petrolio stimati nell’Isola sono pari a 11 milioni di tonnellate. Potenzialmente questo mare “nero” nel sottosuolo siciliano vale 5,2 miliardi di euro. Tra l’altro, sottoterra oltre al petrolio c’è il gas che ammonta a circa 523 milioni di metri cubi con un valore di altri 5 miliardi di euro. Ecco perché in tanti vogliano arrivare in Sicilia con le loro trivelle. Ecco il motivo per cui il Governo Crocetta ha sottoscritto un accordo con l’Eni che apre a nuove trivelle.
Alcuni mesi fa il M5S presentava una mozione sulla sospensione di tutte le autorizzazioni, anche quelle già rilasciate, per bloccare le attività di ricerca di idrocarburi e mettere la Sicilia al riparo dal rischio sismico e per salvaguardare l’ecosistema e le attività produttive nel Canale. Tale mozione rimette in discussione il protocollo d’intesa firmato al Mise dal governo Crocetta sulla riqualificazione della Raffineria “Eni di Gela” che blindava le coste più preziose della Sicilia spalancando i cancelli alle trivelle off-shore.
In questi anni insieme ai comitati “no trivelle”, alle associazioni di categoria, a Grenpeace, alla Lega ambiente, al Presidente dell’Anci Sicilia, a tutti i Sindaci (anche quelli del Pd siciliano) e a migliaia di cittadini abbiamo chiesto ai governi – con proteste pacifiche –di fermare le trivellazioni a tutela dell’ambiente, della biodiversità del Mediterraneo e della salute dei cittadini. Nessuna risposta ed un imbarazzante silenzio da parte della classe dirigente politica del Partito Democratico. Insieme a tanti altri militanti del Pd avrei gradito che questa mozione, condivisibile su tutti i punti, fosse stata presentata dal Partito Democratico che in tante occasioni si è dichiarato favorevole alla tutela dell’ambiente ma che nei fatti ha ceduto al pressing politico da parte del Governo nazionale.
All’ARS (Assemblea Regionale Siciliana) in aula erano presenti solo 5 deputati regionali del Pd su 19, motivo per cui, nonostante il parere negativo del Governo sulla mozione presentata dai deputati del M5S e nonostante il tentativo di bloccare la votazione – i presenti hanno dovuto votare a favore. L’ordine del giorno mirava a scardinare l’articolo 38 dello Sblocca Italia con un ricorso alla Corte Costituzionale e con Referendum abrogadivo.
Pertanto, ritengo che sia molto grave, oltre che preoccupante, che il Governo Crocetta esprima parere negativo rispetto alle sospensioni di tutte le autorizzazioni per le trivellazioni, dimostrando di essere interessato maggiormente agli accordi con le compagnie petrolifere anziché alla tutela del territorio e della salute dei siciliani; che la mozione, che condivido in toto, sia stata presentata dal M5S e non dal Pd che predica bene e razzola male sui temi ambientali; che 14 deputati del Pd erano assenti, dimostrando di essere interessati a tutto tranne che ai problemi reali della nostra isola.
Non ci arrenderemo. Continueremo insieme ai siciliani a far sentire la nostra voce nella difesa delle coste e del mare della nostra Isola proseguendo in questa battaglia contro le trivellazioni. Chiederemo al Governo regionale di assumere un’azione forte nei confronti del Governo nazionale partendo dal recepimento della Convenzione di Barcellona del 2011, che riguarda la protezione del Mar Mediterraneo dai rischi dell’inquinamento e dalla Convenzione di Aarhus, volta a garantire ai cittadini il diritto alla trasparenza e alla partecipazione in materia di processi decisionali rispetto ai temi ambientali.
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