Prestazioni sessuali in cambio di appalti a ditte in odore di camorra. E’ una delle gravi accuse contestate dal Gip di Napoli nell’ordinanza d’arresto a carico di dieci persone (cinque in carcere e cinque ai domiciliari), tra cui due amministratori del Comune di Santa Maria a Vico nel Casertano, eseguita dai carabinieri del Reparto Operativo di Caserta.
Oltre alla corruzione nel provvedimento sono contestati a vario titolo i reati di turbata libertà degli incanti e l’abuso d’ufficio, tutti con l’aggravante mafiosa.
Tra gli arrestati l’attuale assessore comunale all’ambiente Ernesto Savinelli, 63 anni, il funzionario dell’Ufficio Tecnico Comunale Pio Affinito, 62 anni, ovvero colui che ha “beneficiato” della prestazione sessuale dell’escort cubana offerta dall’imprenditore Angelo Grillo (destinatario dell’ordinanza), ritenuto vicino al clan camorristico Belforte di Marcianise e detenuto dal novembre scorso in quanto travolto dalla scandalo degli appalti dati alle sue aziende dall’Asl di Caserta.
Ai domiciliari è finito il colonnello dell’Esercito in servizio a Maddaloni Angelo Piscitelli, cognato dell’assessore, che secondo gli inquirenti avrebbe fatto da tramite tra il parente e Grillo. Nel mirino dei pm della DDA di Napoli Giovanni Conzo, Luigi Landolfi e Anna Maria Lucchetta, è finito l’appalto per la raccolta dei rifiuti solidi urbani da oltre 4 milioni di euro per tre anni aggiudicato dal Comune di Santa Maria a Vico nell’ottobre scorso alla ditta di Grillo, la “Fare l’Ambiente spa”.
L’appalto fu rescisso pochi giorni dopo l’arresto di Angelo Grillo, avvenuto il 7 novembre del 2013. Per gli inquirenti Savinelli e Affinito, durante la procedura di gara, avrebbero taciuto le irregolarità in materia fiscale e antimafia dell’azienda di Grillo; il secondo ha ricevuto in cambio il pagamento in natura mentre tracce di corruzione non sono invece emerse per l’assessore, indagato solo gli altri reati aggravati.
Nell’ordinanza il Gip Isabella Iaselli ha attaccato anche la Prefettura di Caserta per i ritardi nel fornire al Comune di Santa Maria a Vico le informazioni su eventuali preclusioni antimafia dell’azienda di Grillo. In un’altra indagine della DDA di Napoli sono stati arrestati per estorsione e usura aggravate Nicola Schiavone jr tre suoi fedelissimi.
L’inchiesta condotta dalla Squadra Mobile di Caserta ha accertato la drammatica situazione vissuta da un imprenditore di Aversa che dopo un primo prestito di 236mila euro avuto nel 2004 da un altro commerciante di Casal di Principe, è poi finito nel vortice di usurai e camorristi, uscendone solo a metà 2010 dopo la denuncia alla polizia. In totale, a fronte di tre prestiti per complessivi 1,2 milioni di euro, ha dovuto pagare oltre 1,6 milioni di euro emettendo assegni e cambiali, di cui quasi 450 mila euro solo per coprire gli interessi al 5% mensili.
Tra gli indagati anche il cassiere di un’agenzia bancaria di Aversa che avrebbe versato un assegno di 13mila euro dell’imprenditore vittima ad un altro indagato pur essendo il titolo non trasferibile.
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