Il “Melis Family Minestrone” è salito in cattedra a New York davanti a chef pentastellati, autorità e mass media della Grande Mela. Ai quali il giornalista americano Dan Buettner, presentando il libro “The Blue Zones Solution” edito da National Geographioc Society, ha spiegato che il «vero minestrone della longevità» viene cucinato nelle case di Perdasdefogu «nel cuore della Sardegna».
La gastronomia foghesina occupa il terzo capitolo del volume (sta per essere tradotto in Italia) dalle pagine 53 alla 61. Si legge che «viene preparato con legumi e verdura dell’orto familiare dei Melis e include fagioli, fregula, pasta di semola molto popolare in Sardegna. Il lungo tempo di cottura assicura l’intensità dell’aroma e soprattutto la biodisponibilità dei nutrienti, quali il licopene e i carotenoidi dai pomodori e altri importanti antiossidanti».
Buettner scrive: «Tradizionalmente il minestrone si accompagnava ad alcuni fogli di pane pistoccu» (più spesso del pane carasau e fatto con farina di grano duro). A pagina 266 è descritta «la procedura particolare per preparare il minestrone».
Il merito va alla moglie di Adolfo, Delia Murgia (78 anni, emigrata in Svizzera da bambina) che svela i segreti del buon cucinare. «È molto importante l’acqua. Io uso sempre quella della fonte Maria Raspa che ha un dosaggio corretto di sale. Poi uso unicamente verdure di stagione e quelle dei nostri orti dove non sono mai passati i concimi chimici ma solo letame naturale, non ho mai comprato una cipolla o una patata, tantomeno un minestrone surgelato, credo che le pentole lo rifiuterebbero. Non so che cosa sia il freezer. Roba fresca voglio. È importante il dosaggio dell’olio di oliva, a tempo debito uso carote e sedano, anche prezzemolo ma senza esagerare».
Segreti particolari? «Dipende dai gusti. Spesso utilizzo la cotenna di maiale. La pasta preferita sono gli spaghetti tagliati molto corti. Oppure usiamo insaporire con su fìscidu, un formaggio fresco leggermente salato e scioplto nell’acqua bollente. Ma il miracolo lo fanno i prodotti dell’orto, naturali, innaffiati con acque pure, zappati a tempo dovuto. Giorni fa ero a Roma da mia figlia. Ha invitato amici. Mi hanno mandato mazzi di fiori. Il tutto per il minestrone che preparava mia nonna». Il tempo di cottura? «Lo decido a occhio, anzi a odore».
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