GinLemon è uno sviluppatore informatico. La sua app “Smart Launcher” è un’interfaccia alternativa, più intuitiva e personalizzabile, per supporti Android. Di recente, ha raggiunto più di 50 milioni di download su PlayStore per la versione gratuita, surclassando le applicazioni analoghe sviluppate da Facebook e Yahoo.
Quando si parla di nuove tecnologie, interamente sviluppate per il digitale, si tende sempre a immaginarsi i campus sconfinati della Silicon Valley, dove i migliori cervelli del mondo studiano e realizzano, grazie a investimenti cospicui e strumenti all’avanguardia, i dispositivi e le app del futuro.
Di certo, ai nomi GinLemon e SmartLauncher non avremmo associato Manfredonia, nel foggiano.
Eppure GinLemon è il nome d’arte di Vincenzo Colucci, un giovane pugliese di venticinque anni che, dopo essersi laureato in informatica all’università di Bologna, è tornato nella sua città e ha fatto successo grazie alle sue capacità, il suo computer e una connessione ad internet.
Qualche mese fa il team marketing di Google l’ha contattato per girare un breve video della sua storia: frame che mostrano il funzionamento e il design dell’applicazione si alternano a frame che ritraggono Vincenzo nei vicoli di Manfredonia, creando un ponte tra modernità e storia, tra cortili vecchi di qualche secolo e smartphone di ultima generazione. Poche clip che raccontano le speranze e i sogni, il lavoro duro e il successo di un ragazzo che ha sempre creduto nelle sue idee, anche quando gli altri non vi attribuivano importanza.
SmartLauncher, infatti, prima di diventare un’ app conosciuta e scaricata in tutto il mondo, è stata il progetto di laurea di Vincenzo, progetto che i suoi professori non presero neppure in considerazione. Nel nostro paese sembra quasi impossibile fare innovazione senza che qualcuno storca il naso.
Nonostante gli scettici, Vincenzo ha scelto di restare a Manfredonia, insieme alla sua famiglia, ai suoi amici e alla sua fidanzata. Perché, anche se all’estero sarebbe stato più facile, è questa la terra che ama e che l’ha cresciuto.
La rivoluzione digitale è già in atto, e parte proprio dal Sud.
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