La ‘ndrangheta ha una sua struttura tendenzialmente unitaria, con una sorta di “consiglio di amministrazione” che elegge il suo “Presidente”. E’ questo il quadro che emerge dalle indagini delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro e riportate nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia.
Da una recente indagine dell’istituto di ricerca Demoskopika è emerso che la ‘ndrangheta ha un giro d’affari complessivo di 53 miliardi di euro. L’enorme potere economico della mafia calabrese è pari al 3,5% del Pil italiano del 2013.
Il maggiore introito è costituito dal traffico di stupefacenti che determinerebbe guadagni per 24,2 miliardi di euro. Un’altra importante fonte di profitto è costituita dall’attivita’ di riciclaggio, che ha assicurato alle cosche calabresi un profitto di 19,6 miliardi di euro.
Risultano significativi anche i guadagni criminali relativi a estorsioni e usura (2,9 miliardi di euro), agli appalti pubblici (2,4 miliardi di euro) ed al gioco d’azzardo (1,3 miliardi di euro). Meno rilevanti invece i proventi dal traffico di armi (700 milioni di euro) e di rifiuti illeciti (670 milioni di euro), dalla prostituzione (370 milioni di euro), dalla contraffazione (330 milioni di euro) e dall’immigrazione clandestina (130 milioni di euro).
Le diverse sentenze ed ordinanze di custodia cautelare emesse negli anni dalla magistratura confermano questa impostazione. E non poteva essere altrimenti. Una compiuta valutazione del fenomeno della ‘ndrangheta non poteva condurre a pensare che gli esponenti delle cosche, per amministrare “bilanci” di centinaia di milioni di euro e governare dinamiche economiche in decine di comparti in Italia e all’estero, si potessero affidare ai singoli ‘locali’ disseminati e slegati.
Le inchieste hanno evidenziato la presenza di vere e proprie cosche di ‘ndrangheta, oltre che in Italia e, segnatamente, in Lombardia, Piemonte e Liguria, anche all’estero in Svizzera, in Germania, in Canada e in Australia, e cioè proprio nei paesi e nei territori in cui, statisticamente, esistono consistenti comunità calabresi. E tuttavia non in tutti i territori che hanno conosciuto l’emigrazione calabrese la ‘ndrangheta si è strutturata secondo gli schemi che le sono propri e che hanno il loro modello in Calabria.
Secondo i magistrati di Reggio Calabria e Catanzaro, la ‘ndrangheta mantiene l’assoluta supremazia nel traffico internazionale di stupefacenti. Le cosche calabresi, grazie alla presenza di qualificati broker in tutti i principali snodi del traffico della cocaina, mantengono rapporti privilegiati con i principali gruppi fornitori in Sud America e con gli emissari di questi ultimi in Olanda, Spagna e Germania.