La prima volta che fu ascoltata dai magistrati avvenne all’inizio di aprile, a due mesi dal giorno in cui il suo compagno tentò di bruciarla viva con una bimba in grembo, a Pozzuoli.
Si era salvata per miracolo e la bimba era stata fatta nascere con un cesareo. Chiamata dai magistrati, arrivò ancora molto provata e debole.
In quella circostanza confermò le affermazioni di chi con un getto d’acqua l’aveva salvata. A discapito delle minacce dell’aggressore, poi arrestato.
Ora Carla Caiazzo è tornata dai pm che indagano ed ha potuto raccontare i fatti con maggiore fermezza.
Infatti Carla è stata prodiga di dettagli. Ha detto che il suo ex compagno le era parso tranquillo, senza parole che potessero portare a sospetti. Aveva semplicemente chiesto d’incontrarla per farle vedere una tuta per la bambina.
Carla va all’appuntamento e viene aggredita all’improvviso, senza litigio, con l’alcol che era in auto.
Un racconto, questo, che si discosta da quello dell’aggressore e che protende verso una premeditazione.
In questa audizione è stato nominato uno psichiatra, che dovrebbe determinare se i farmaci presi dell’ex compagno, abbiano influito sul suo comportamento.
Carla Caiazzo è uscita dall’ospedale dopo mesi, ma dopo due giorni ci ha fatto ritorno. Troppi dolori e difficoltà per mettere in atto le cure.
Cure che saranno molto costose.
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