Dal prossimo mese di febbraio in Basilicata partirà il progetto del “Reddito minimo di inserimento“, destinato alle famiglie lucane in stato di povertà, ai lavoratori che non percepiscono più gli ammortizzatori sociali in deroga e per chi ha preso parte al progetto Copes (Contrasto alla povertà e all’esclusione sociale).
E’ quanto previsto in un accordo firmato dal governatore lucano, Marcello Pittella (Pd) e dai sindacati. Il progetto, ha detto Pittella, “è reso finanziariamente sostenibile dalla norma contenuta nella legge ‘Sblocca Italia’ che consente di utilizzare i fondi dell’ex carta carburanti per misure di sviluppo economico e per l’attivazione di una card sociale“, e “rientra in una più ampia strategia della giunta regionale a sostegno delle fasce più deboli della società, da un lato, ma anche per la ripresa dello sviluppo e il sostegno dell’ occupazione, dall’altro, in un’ottica di utilizzo virtuoso delle royalties del petrolio“.
Il Reddito minimo sarà quindi finanziato dalla Regione con 40 milioni di euro l’anno – è scritto nell’accordo – che in media consistono a 450 euro per beneficiario (su una “platea” stimata in circa ottomila persone). I destinatari saranno selezionati anche in base all’Isee: i Comuni e le Provincie potranno realizzare progetti lavorativi specifici “di utilità sociale“.
In una nota congiunta, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro, hanno spiegato che “grazie alle risorse aggiuntive riconosciute dalle modifiche allo Sblocca Italia e alla nuova finalizzazione del tre per cento delle royalties a politiche di coesione sociale, sarà varato nel 2015 uno dei più grandi piani di lotta all’esclusione e per il reinserimento lavorativo degli ultimi anni“.