Pescara, 24 settembre – Con una flessione pari al -35,3%, l’Abruzzo è la regione italiana a far registrare la più consistente riduzione per quanto riguarda le esportazioni verso i Paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), tra il terzo trimestre del 2014 e il secondo trimestre del 2015.
Il valore delle esportazioni regionali è pari a 262,8 milioni di euro e l’export manifatturiero verso l’area è pari all’1% del valore aggiunto; dato, quest’ultimo, che colloca l’Abruzzo all’undicesima posizione. E’ quanto emerge da un approfondimento condotto da Confartigianato Abruzzo, sulle elaborazioni dall’Ufficio studi di Confartigianato nazionale, che ha analizzato dati Istat.
Il dato regionale è di gran lunga inferiore alla media nazionale, -5,6%: il valore delle esportazioni italiane verso i Paesi del BRICS è pari a 27.561 milioni di euro, 1,9% del valore aggiunto.
A livello territoriale, l’unica provincia a far registrare il segno più è Pescara, con una crescita del 9,4% (58,9 milioni di euro; 0,9% export/valore aggiunto provinciale). Il dato peggiore è quello di Chieti (-48,1%, 138,3 milioni di euro; 1,7% export/valore aggiunto provinciale). Seguono L’Aquila (-36,5%, 11,7 milioni; 0,2) e Teramo (-20,1%, 53,8 milioni; 0,9%).
In Italia il territorio maggiormente esposto verso i BRICS è l’Emilia-Romagna, con export manifatturiero verso l’area pari al 3,4% del valore aggiunto, seguito dal Piemonte (3,1%), Veneto (3,0%), Friuli-Venezia Giulia (2,8%), Marche e Lombardia (2,6%) e Toscana (2,0%).
Chiudono la classifica Molise (0,2%), Sardegna (0,2%) e Calabria (0,1%). Le province maggiormente esposte sui mercati dei BRICS sono Belluno (6,4% del valore aggiunto provinciale), Vicenza (5,5%) e Fermo (5,4%).
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