E’ ritenuto promotore di un’associazione per delinquere costituita – secondo l’accusa – per commettere delitti contro il patrimonio, la fede pubblica e la pubblica amministrazione il presidente della commissione Bilancio del Senato, sen. Antonio Azzollini (Pdl), ex sindaco di Molfetta, tra i 62 indagati nell’indagine sull’appalto per la costruzione del nuovo porto commerciale della cittadina del Barese.
L’area interessata dai lavori (del valore di 42 milioni) è stata sottoposta a sequestro così come i restanti 33 milioni di euro stanziati per la realizzazione dell’infrastruttura e ancora disponibili. L’operazione è stata chiamata D’Artagnan dal nome della daga, tra le più grandi del mondo, impiegata per il dragaggio dei fondali del porto di Molfetta. Oltre al reato associativo, ad Azzollini vengono contestati due episodi di abuso d’ufficio (per una variante in corso d’opera di circa due milioni di euro e per una transazione con le imprese da 7,8 milioni), reati ambientali, truffa e falso. Alcuni di questi reati sono contestati in concorso con ex amministratori comunali di Molfetta.
Dell’associazione per delinquere – secondo l’accusa – hanno fatto parte oltre ad Azzollini, i due arrestati, Vincenzo Balducci, ex dirigente del settore lavori pubblici del comune di Molfetta, e Giorgio Calderoli, procuratore speciale dell’impresa Cmc di Ravenna; il consigliere regionale pugliese Antonio Camporeale (Pdl), ex assessore comunale di Molfetta con delega al porto commerciale, e Giuseppe Domenico De Bari, dirigente del settore servizi finanziari del Comune. Tra gli indagati figura Massimo Sessa, presidente della terza sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici, e il capitano della Gdf Giuseppe Mattiello, ex comandante della tenenza di Molfetta ora in servizio a Benevento.
Sessa risponde di favoreggiamento personale per aver fornito false informazioni durante un’interrogatorio al fine di aiutare Azzollini ad eludere le indagini. Mattiello di concussione e favoreggiamento per aver costretto due marescialli della Guardia di finanza di Molfetta a non proseguire gli accertamenti sulla natura del materiale inerte che veniva scaricato nel porto di Molfetta da sei automezzi pesanti dopo essere stato raccolto durante i lavori di dragaggio.