- Premiato il panettone più buono del mondo 2021.
- Il panettone è prodotto ad Ariano, in provincia di Avellino.
- Realizzato dal Panificio Pompilio.
E’ di Ariano, comune della provincia di Avellino, il panettone più buono del mondo 2021. Come raccontato da Cittadiariano.it, l’Irpinia è salita sul podio grazie al Panificio Pompilio.
“Il talento di Pompilio Giardino è stato premiato da una giuria di esperti di caratura internazionale. Ha conquistato il primo posto per il Panettone Innovativo e la terza piazza per il Panettone Classico”, si legge.
Ettore Mocella, presidente di Confartigianato Avellino, ha commentato: “Non è premiato solo il talento di Pompilio Giardino, ma anche la passione e l’impegno. Questo straordinario risultato inorgoglisce l’intera Irpinia. L’artigianato di qualità è un fiore all’occhiello della nostra provincia e non ha nulla da invidiare ad altre realtà. Anzi, annoveriamo eccellenze conosciute davvero in tutto il mondo. Le congratulazioni personali e di Confartigianato a Pompilio Giardino, nostro iscritto, che non finisce mai di sorprenderci”.
L’iniziativa è stata organizzata dalla Federazione Internazionale Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria.
Il panettone vincitore – non nuovo a successi del genere – ha al suo interno marzapane, mango e cioccolato a latte. Per arrotondare il gusto contiene una percentuale di pasta di nocciole. La glassa è aromatizzata al limone e custodisce del sale per fare salivare al momento della masticazione.
La storia del Forno a Legna Pompilio è raccontata sul web: “La storia del Forno a Legna Pompilio affonda le radici nella tradizione e nella passione di una famiglia che si dedica alla panificazione da oltre 30 anni. L’idea nacque dopo il terremoto del ‘60 quando amici e parenti che avevano dismesso il vecchio forno casalingo, cominciarono a servirsi di quello della famiglia Giardino per la cottura del pane. Perché non costruire un forno e preparare il pane per tutti? Così nel 1985, Pompilio Giardino aprì lo storico panificio forte degli insegnamenti ricevuti da nonna Gelsomina e da allora “l’arte bianca” è stata tramandata di generazione in generazione, mantenendo sempre la stessa predilezione per la qualità e il rispetto per la tradizione”.
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