La Regione Molise rischia il dissesto finanziario. Soprattutto dopo la sentenza del 5 giugno della Corte Costituzionale che ha bocciato il consuntivo 2011 dell’ente.
La Consulta ha contestato alla Regione di non aver fornito “alcuna giustificazione sulla permanenza in bilancio e la relativa contabilizzazione di un numero rilevante di residui attivi, 1 miliardo e 286 milioni”. In pratica, si tratta di entrate economiche programmate, ma non per forza incassate dall’ente.
Una cifra astronomica per una piccola regione di poco più di 300 mila abitanti e che era stata calcolata in bilancio per far quadrare i conti. Ma a novembre dello scorso anno, il Consiglio dei ministri del premier Mario Monti aveva contestato queste cifre e chiesto l’intervento della Corte Costituzionale. La Regione Molise non si è nemmeno difesa in sede legale, così a giugno è arrivata la sentenza. La decisione dei giudici ha complicato la già difficile situazione finanziaria dell’ente molisano.
Nell’ultima riunione di giunta è stato possibile approvare solo delibere per poche migliaia di euro proprio per evitare il rischio si sforare il patto di stabilità. In pratica, le risorse a disposizione sono agli sgoccioli. “Spero che non si verifichi l’ipotesi del default – ha commentato il vice presidente della giunta regionale del Molise e assessore al lavoro, Michele Petraroia – sarebbe un dramma per un territorio che vive in gran parte di trasferimenti pubblici. La situazione per aziende e famiglie in difficoltà diventerebbe insostenibile”.
Al momento, però, lo spettro del “fallimento” spaventa gli esponenti politici molisani. Una delegazione è partita in “missione” per Roma con l’obiettivo di incontrare il vice ministro dello sviluppo economico, Stefano Fassina, a cui è stato posto un interrogativo: “Cosa fare dopo la sentenza della Corte Costituzionale?”. La risposta non è semplice. È un caso unico nel Paese. Alla riunione hanno partecipato anche i dirigenti del Ministero dello Sviluppo economico e il personale della Ragioneria generale del Tesoro.
I conti del Molise sono finiti da un paio di mesi sotto la “lente d’ingrandimento” degli ispettori del governo che stanno ricostruendo la situazione finanziaria dell’ente e le “incongruenze” riportate nel bilancio 2011. E’ chiaro che il documento finanziario bocciato dalla Corte Costituzionale dovrà essere approvato di nuovo dal Consiglio regionale del Molise. Ma “dobbiamo aspettare l’esito delle ispezioni per poter correggere il tiro – ha spiegato il vice presidente della giunta regionale, Michele Petraroia – altrimenti rischiamo di vederci bocciato di nuovo il bilancio”.
Una partita a scacchi, dunque, e la prima mossa tocca agli ispettori, anche se i politici molisani si sono presentati a Roma con pacchi di documenti al seguito. Nel frattempo, senza l’approvazione del bilancio 2011, è impossibile per il Consiglio regionale del Molise passare alla discussione del consuntivo 2012 con la paralisi dell’attività istituzionale. Il rischio del dissesto finanziario non è comunque scongiurato, anche se, il governatore Paolo Frattura si è mostrato ottimista: “Il governo ha teso la mano al nostro Molise. In tempi certi e nel rispetto della legge approveremo il bilancio consuntivo 2011 e 2012. Grazie alla disponibilità che ci ha mostrato il viceministro Fassina – ha aggiunto Frattura – la Regione adesso rimedierà a un danno passato. Con i tecnici del Ministero dell’economia abbiamo concordato la riproposizione dell’approvazione del consuntivo 2011 e di quello 2012. Lo faremo in tempi celeri, secondo quanto la legge ci indica e soprattutto con dati certi, descritti e tracciabili, senza sbavature”. Questi i buoni propositi, ma il Molise, ultima regione italiana ad essere nata, è anche la prima che si è vista bocciare il bilancio.