Orologi dei più prestigiosi marchi ridotti in mille pezzi da una pressa meccanica, un’immagine da infarto per i collezionisti se non fosse per il fatto che si tratta di falsi, a volte bellissimi, ma sempre falsi. Siamo nel cimitero dei gioielli tarocchi, dove la Polizia di Napoli, come avviene per tutta la merce contraffatta, ha portato al macero migliaia di falsi Rolex, Citizen, Dolce e Gabbana, Ferrari, sequestrati nelle ultime settimane in operazioni condotte in città nei laboratori clandestini di assemblaggio e smistamento.
L’ultimo e’ stato scoperto nella zona della Stazione Centrale dove i falsari avevano nascosto la merce in una stanza segreta di un sotterraneo accessibile solo attraverso il vano frigo. Migliaia di orologi il cui costo totale di produzione, per i falsari, non raggiunge il prezzo di un solo orologio originale ma che immessi sul mercato portano nelle tasche della malavita, spesso cinese con l’appoggio di clan di camorra, centinaia di migliaia di euro.
Quel che resta degli orologi dopo il trattamento sotto la pressa, in una struttura specializzata nello smaltimento di prodotti hardware, è solo un ammasso di molle, viti, lancette e ferraglia con quadranti ridotti in poltiglia sui quali a stento si riconoscono la classica Corona dei Rolex o il famoso acronimo D&G.
”Saranno pure farlocchi – commenta uno degli addetti alla ‘sepoltura‘ – ma una cosa è smontare un anonimo Pc, un’altra è distruggere questi ‘gioielli’ che solo un occhio esperto distingue dagli originali”. Poi, quasi con la preoccupazione di chi sta commettendo una profanazione, esprime un pensiero ad alta voce: ”Commissario, ma siamo sicuri che sono proprio tutti falsi?”.