Se non volete salvare l’ambiente per l’ambiente stesso (e per la vostra salute), fatelo almeno per i soldi!
Verrebbe da dire proprio così, vedendo come dalla sola efficienza energetica potrebbero generarsi risorse economiche annuali equivalenti all’intero Piano di Investimenti Juncker per l’economia europea, ovvero oltre 300 miliardi di euro.
È quanto dimostra il Rapporto WWF dal titolo “From crisis to opportunity: five steps to sustainable european economies – Dalla crisi all’opportunità: Cinque passi verso economie europee sostenibili” (http://d2ouvy59p0dg6k.cloudfront.net/downloads/hr_green_report_new_1.pdf), lanciato in occasione dell’incontro dei 28 Ministri delle Finanze europei a Bruxelles per concordare un nuovo Fondo Europeo di Investimenti Strategici (EFSI) proposto dal Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker.
Il Rapporto del WWF dimostra come il sempre crescente disastro ecologico stia superando per gravità le dimensioni attuali della crisi economica ed è in linea con le conclusioni principali dell’ampio rapporto sullo Stato dell’Ambiente, presentato la settimana scorsa dall’EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente).
I danni provocati dalle alluvioni, come quelle che hanno colpito anche di recente il nostro Paese, sono costate negli ultimi 10 anni più di 150 miliardi di euro.
La “bolletta annuale” dell’inquinamento dell’aria equivale invece a 537 miliardi di euro, mentre le industrie europee sono costrette ad importare materie prime non più disponibili in Europa del valore di 300 miliardi di euro.
Sébastien Godinot, esperto di economia del WWF ed Autore principale del rapporto ha dichiarato: “Invece di perseguire il solito trend di crescita che “prima inquina poi pulisce”, il Presidente Juncker ed i leader europei dovrebbero stare più attenti ai veri sintomi delle nostre economie malate: l’impoverimento delle risorse naturali e la mancata considerazione di questa straordinaria ricchezza da parte dei mercati. Il messaggio è molto semplice: nessuna economia può svilupparsi senza risorse naturali”.
Il rapporto del WWF si basa su oltre 400 studi ed ulteriori rapporti prodotti da Istituzioni chiave come l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE), il Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e la Commissione Europea, diversi importanti consulenti governativi come McKinsey e Ecofys, insieme ai principali economisti mondiali. Tutti giungono alla medesima conclusione: costruire un’economia sostenibile riuscirebbe a compensare ampiamente i costi di dismissione dell’economia attuale, la cosiddetta “brown economy”.
Le economie sostenibili hanno un potenziale enorme in termini di benefici prodotti, molto più del Piano di Investimento di Juncker: sono capaci di generare oltre 20 milioni di posti di lavoro entro il 2020. Come? In gran parte utilizzando minori quantità di risorse e energia, compensando i fallimenti del mercato e proteggendo concretamente la natura in Europa.
Il capitale naturale con la messa a disposizione delle sue risorse ed il flusso dei suoi servizi e la capacità di assorbire emissioni e rifiuti, è alla base dei processi economici, del nostro benessere e del nostro sviluppo e deve diventare centrale nelle nuove impostazioni economiche. Al capitale naturale deve essere riconosciuto il suo valore e la sua “messa in conto” deve entrare formalmente nei processi concreti di politica della programmazione economica di tutti i Paesi dell’Unione. Un Paese che ha le risorse naturali e la biodiversità minacciate dal pressante intervento umano mina alla base le fondamenta del suo stesso sviluppo per il futuro e non è un caso che il 7° Programma di Azione Ambientale dell’Unione Europea e la sua Strategia per la Biodiversità al 2020 sottolineino chiaramente l’importanza di preservare e dare valore al capitale naturale.
In Italia, il WWF si è battuto per far sì che nel collegato ambiente alla legge di stabilità, oggi ancora in discussione alla Commissione Ambiente del Senato, fosse istituito un Comitato nazionale per il Capitale Naturale, composto da personalità ai massimi livelli della politica economica (dal ministro dell’Economia al Governatore della Banca d’Italia) i cui lavori e prodotti rientrano in pieno nei processi di programmazione economica nazionale.
La roadmap del WWF per l’Europa prevede 5 passi fondamentali per costruire un’economia sostenibile focalizzata su obiettivi raggiungibili nei prossimi 5 anni.
Per ottenere il massimo risultato è necessario che i 5 ambiti fondamentali per la crescita si integrino tra loro: clima e energia (con la massima promozione di energie rinnovabili, risparmio, efficienza e riduzione delle emissioni), efficientamento delle risorse e loro gestione (quindi l’applicazione di un’economia circolare che non preveda lo scarto, il rifiuto, l’inquinamento, ma promuova i processi produttivi circolari), politiche fiscali e finanziarie innovative che eliminino i sussidi perversi ai processi negativi per l’ambiente (come i sussidi ai combustibili fossili) ed inseriscano tasse sull’utilizzo delle risorse e sui danni all’ambiente, una leadership globale nello sviluppo sostenibile ed una strategia da qui al 2050 che costituisca un sfida per l’Europa per consentirci di vivere in armonia con i limiti biofisici del Pianeta, grazie all’ecoinnovazione, ai lavori “verdi”, ai nuovi indicatori di benessere oltre al PIL, all’economia circolare ecc.
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