Il 60% delle scuole italiane è a rischio: sismico, vulcanico, idrogeologico.
Essendo state costruite prima del 1974, ossia quando è intervenuta la nuova normativa nazionale antisismica, bisognerebbe fissare come priorità assoluta la riqualificazione statica, e poi eventualmente energetica, di questi istituti.
Solo il 7,8% delle scuole, infatti, è a norma.
La Scuola italiana, fisicamente e culturalmente, cade a pezzi.
La Scuola, invece, è – dovrebbe essere – il punto di partenza per ricreare una comunità che voglia dirsi civile. E’ a scuola che si impara a vivere.
Questi sono i fatti. E sui fatti, serenamente e pragmaticamente, dovremmo confrontarci. Contrastando, duramente, il chiacchiericcio inutile.
P.s. Se la stessa energia manifestata per solidarizzare con la ragazzina che è stata respinta per i suoi capelli blu, fosse anche solo in parte impiegata per pretendere la riconversione di questi luoghi moralmente e socialmente strategici per l’identità dell’Italia, il nostro, sicuramente, sarebbe un Paese migliore e avrebbe un futuro più roseo.
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