Un recente studio nazionale sul periodo 2008-2013 rivela che tra le prime dieci province con maggiore dispersione di alunni alle superiori figurano Caltanissetta (con quasi il 42% di iscritti al primo anno di cui si sono perse le tracce), Palermo e Catania, Ragusa, Sassari, Cagliari, Napoli e Oristano.
L’Anief (associazione sindacale professionale) torna a ripetere che i ragazzi che lasciano la scuola “sono destinati a diventare Neet, soprattutto perché vivono in aree del Paese dove il tasso di disoccupazione è alto e la produzione industriale risulta debole“. “Laddove è alto il numero di alunni che lascia la scuola – spiega Pacifico – non possono bastare gli stessi insegnanti previsti altrove. È evidente che occorre assegnare dei docenti in sovrannumero, per le materie di base, ma anche per quelle specialistiche, per le lingue e per i casi più difficili, anche in compresenza“.
Le due maggiori isole italiane e la Campania “si confermano le regioni con più difficoltà di rendimento scolastico“. Lo afferma l’Anief alla luce dei recenti dati Miur secondo cui il top di “bocciati” si registra appunto in Sardegna, Campania e Sicilia con percentuali rispettivamente del 14,7, 11,5 e 11 a fronte di una media nazionale del 9,6%.
“E’ un paradosso – afferma Marcello Pacifico, presidente dell’Anief – che si tratti delle stesse regioni dove l’anno prossimo vi saranno più tagli di docenti, oltre 900 in meno. In queste zone servirebbe invece – osserva – un organico maggiorato, deroghe sulla formazione delle classi e il rilancio dell’apprendistato puntando sull’immenso patrimonio artistico che detengono. Oltre che ricondurre le classi al monte ore massimo giornaliero, espandendo le attività progettuali“.