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I bambini siciliani dimenticati dalla scuola. Ecco i dati

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Due rapporti recenti, uno di Save the Children e uno della Fondazione Res, supportati dai dati raccolti negli ultimi anni dalle rilevazioni nazionali e internazionali dei rendimenti degli studenti, confinano la Sicilia come ultima nei rilevamenti e disegnano, con altri indicatori, una condizione di vera e propria emergenza educativa per i bambini e le bambine del sud e della Sicilia in particolare.
I rapporti si concentrano esattamente sui divari Nord Sud: non solo divari nei rendimenti, ma correlano questi ultimi, come l’esito di altri divari di offerta ormai non più ignorabili.
“Nell’Isola appena 4 su 100 giocano nei prati e 8 su 100 liberi in strada, oltre 2.525 famiglie vivono “sotto sfratto”, più di 228mila i bambini che sono in povertà assoluta; il 66% non ha letto neanche un libro nell’ultimo anno, il 74% non ha visitato un museo; appena il 5,6% di bambini 0-2 anni va al nido pubblico (contro il 45% dell’Emilia Romagna) e solo il 7% delle scuole primarie (contro l’85% dei bambini lombardi, primi nelle prove Invalsi nazionali) e il 22% delle secondarie di primo grado offre il tempo pieno; il 25,8% di ragazzi abbandona gli studi (contro una media nazionale del 17%).” Eppure l’Europa stanzia per la Sicilia in questo ambito tante e tali risorse che potremmo persino superare in offerta scolastica, in asili, in strutture adeguate e in personale umano qualificato, le regioni citate.
Da anni i rendimenti scolastici si mettono in relazione con il retroterra familiare e con i divari di contesto economico e sociale. Non è e non può rimanere una giustificazione, un dato di fatto. Per colmare tali divari si potrebbe agire, oltre che con azioni complessive di giustizia sociale, con azioni compensative di vario genere in campo educativo messe in campo da tutti gli attori: Comuni, Province (o quel che resta di esse), Regione, attraverso i suoi assessorati, ma anche ex provveditorati e uffici scolastici regionali, tutti enti che dovrebbero lavorare in sinergia per attenuare le differenze socio-economiche, anche a scuola, nell’organizzazione, nell’offerta e nella gestione ma che spesso non dialogano nei progetti operativi e non sempre si sono rivelati all’altezza dei bisogni.
Tra i divari di offerta nord-sud tre fattori si sono rintracciati come determinanti nell’acuire le diseguaglianze che colpiscono un bambino siciliano con un coetaneo di regioni come la Lombardia o l’Emilia Romagna e questi fattori fanno capo a responsabilità tutte politiche e amministrative e che oggi non possono più derogarsi o minimizzarsi da parte del mio partito, oggi al governo regionale e nazionale, anche perché sono disponibili sul fronte della spesa comunitaria, ingenti risorse proprio in questi ambiti:
  1. la quasi assenza di asili,
  2. la scarsa frequenza nelle scuole dell’infanzia, per carenza di locali,
  3. la quasi assenza di tempo pieno, per assenza di mense e di strutture adeguate.
A questi tre fattori aggiungo:
  1. l’insalubrità dei locali, che potrebbe essere affrontata in modo risolutivo, con l’impiego degli stanziamento previsti sempre in sede comunitaria, per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici.
Questi indicatori sono determinanti nell’acuire i divari cognitivi all’ingresso e durante il corso del primo ciclo dell’istruzione. Divari che poi si trasformano in bassi rendimenti e in dispersione scolastica, soprattutto per un’offerta di tempo scuola insufficiente ed inefficace, specialmente nelle aree a rischio, sommata ad altri fattori quali la disorganizzazione scolastica, la discontinuità, la mancanza di aggiornamento specifico dei docenti, tutti fattori su cui si sta tentando di agire sul piano delle politiche scolastiche nazionali ma che verrebbero vanificate se non si agisce sui tre indicatori di cui sopra.
E’ vero che i rendimenti sono correlati a contesto e famiglia ma nascere povero e crescere povero e correlare a questo una scarsissima qualità dell’offerta formativa non deve essere ancora oggi un destino, quando abbiamo la possibilità di agire attraverso la leva di un’istruzione di qualità, maggiormente attenta e presente proprio là dove la situazione è più critica.
Se correliamo povertà e dispersione abbiamo un’equazione sempre uguale. Quest’equazione muta se agiamo in modo diverso. E bisogna farlo in modo strutturale e continuo, non solo con la messa in campo di progetti extracurriculari,  ma mutando l’offerta strutturale.
In passato la politica regionale è stata quasi assente proprio  negli ambiti su citati, ambiti che potrebbero essere di sua competenza con il concorso degli enti locali: la realizzazione e gestione di asili , l’ adeguamento delle strutture scolastiche per aumentare l’offerta dei posti nella scuola dell’infanzia e per programmare il tempo pieno (coadiuvando con risorse ue l’assenza di fondi degli enti locali), la messa in campo di campagne strutturali per l’aggiornamento specifico dei docenti nelle scuole di frontiera e di progetti continui e generali per il rafforzamento delle competenze di base, eppure con l’aiuto dei fondi comunitari e con gli assi destinati esattamente all’ambito dell’istruzione molto di più poteva farsi e potrebbe farsi ancora.
Quel che s’è fatto fino ad oggi, anche se meritorio, non è stato né efficace né efficiente, visti i risultati.
Quel che s’è fatto fino ad oggi non basta affatto, non per esclusiva responsabilità regionale, ma anche per responsabilità regionale. In questo sono certa che il governo nazionale, attraverso la figura del sottosegretario on. Davide Faraone,  si renderà disponibile per qualunque tipo di supporto programmatico, progettuale e tecnico, sia alli uffici regionali, sia agli enti locali, sia alle scuole. Serve anche un interesse sinergico e trasversale a tutti gli assessorati come anche a tutti i deputati del Parlamento regionale.
Perché nascere in Sicilia non continui ad essere una disgrazia e un destino già scritto per i bambini nati in contesti deprivati.
Dunque vi chiedo, per quel che fa capo allo stanziamento dei fondi comunitari da parte dell’Europa riguardo all’asse Istruzione, più specificatamente in capo a:
a.    –  realizzazione e gestione di asili (ciclo 0-3 anni),
b.    – realizzazione di locali adeguati per le scuole per l’infanzia (ciclo 3-6 anni),
c.    –  realizzazione di mense per le scuole del ciclo primario, pregiudiziali alla realizzazione del tempo pieno,
d.   –  adeguamento strutturale e funzionale degli edifici scolastici
e.    –  programmazione di azioni generali, coordinate regionalmente (cioè facenti capo a una cabina di regia unica nell’assessorato e nell’ufficio scolastico regionale, oltre quelli destinati  a pioggia nelle singole scuole)  per l’aggiornamento specifico dei docenti nelle scuole di frontiera e per azioni finalizzate all’annullamento dei divari cognitivi nelle competenze di base in italiano e matematica nei primi anni del ciclo dell’obbligo e dell’asilo e scuole dell’infanzia.
Ho presentato interrogazione formale su:
1.   lo stato dell’arte delle risorse 2007-2013 con indicazione delle risorse complessivamente previste nei programmi operativi, di quelle effettivamente impegnate, spese e certificate, di quelle disimpegnate e/o non più nella disponibilità della Regione e di quelle eventualmente programmabili nel 2007-2013;
2.   quali risorse in questi ambiti, per l’esercizio 2014-2020, programmate e individuate per gli obiettivi e quali sono i tempi e le modalità di attuazione e quali sono i centri di responsabilità e di spesa individuati.
Nell’attesa di una risposta, con allegate tabelle, che sollecito entro in 31 dicembre 2014, pregiudiziale a una auspicabile integrazione alla prossima programmazione, da rimodularsi eventualmente insieme e con il concorso del governo nazionale, che si renderà disponibile ad integrare le azioni con quanto di competenza del Miur (organizzazione, organici, etc..etc..), oltre che col Partito Democratico siciliano (che supporterà e stimolerà gli enti locali nella figura dei suoi amministratori a rendersi esecutori e partecipi delle azioni per quel che è di loro competenza) e le altre forze di governo, mi rendo disponibile per ogni chiarimento e per ogni supporto.

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Published by
Mila Spicola