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Gli italiani lasciano fermi sui conti correnti 10 miliardi di euro al mese
08 Set 2021 07:30

  • In totale sui conti correnti uno stock pari quasi al Pil
  • La causa: scarsa fiducia nel futuro e negli investimenti
  • Le banche usano solo una parte di questi fondi per finanziare le imprese

Ogni mese sui conti correnti delle famiglie italiane il flusso di depositi ammonta a 10 miliardi di euro: un tendenza che si registra da anni e che la pandemia da Covid ha accentuato. Uno stock di risorse che, come scrive Il Fatto Quotidiano, vale quasi quanto il Pil italiano. Infatti, secondo le statistiche della Banca d’Italia riportate dal Fatto, a giugno 2021 “le famiglie italiane avevano depositato sui conti correnti 1.131 miliardi, 64 miliardi in più rispetto a giugno del 2020”.

A queste risorse, vanno aggiunte quelle depositate dalle imprese per esigenza di tesoreria che ammontano a 392 miliardi (60 in più rispetto all’anno prima). Un totale di 1.500 miliardi fermi e che sono una risorsa a costo zero per le banche ma a un costo per famiglie e imprese dato che, anche se al momento in una percentuale bassa, questo stock viene eroso dall’inflazione.

Perché gli italiani lasciano i soldi in deposito

Perché gli italiani hanno tutti questi soldi in deposito? La risposta è semplice: visione pessimistica del futuro. In molti pensano che nei prossimi anni o addirittura mesi le proprie condizioni possano peggiorare e quindi tengono da parte risparmi ma che sono eventualmente immediatamente pronte all’uso. Si aggiunga che gli italiani sono sempre stati poco propensi agli investimenti in Borsa, preferendo quelli più sicuri in obbligazioni statali, con queste ultime che però hanno rendimenti minimi da diversi anni.

Conti a zero remunerazione

Questo accumulo, si traduce, come scrive il Fatto Quotidiano in un “grande regalo che gli italiani continuano a fare da anni ai conti delle spesso vituperate banche. Da almeno 5 anni infatti, i conti correnti liberi, non vincolati, non pagano interessi. Zero, o meglio 0,03% è il tasso medio applicato alle giacenze dei conti ordinari. Va un po’ meglio a quelli vincolati nella durata che arrivano a pagare mediamente un tasso d’interesse annuo dello 0,32%. Tolte le spese di tenuta conto, ecco che i risparmi degli italiani lasciati sui conti correnti diventano un regalo per le banche”.

Pochi mutui e prestiti

Una liquidità che le banche potrebbero usare per fare prestiti ma secondo uno studio della Fabi, il sindacato dei bancari italiani, riportato dal Fatto il tasso di crescita dei depositi è stato “negli ultimi 5 anni del 23% contro un 9,9% di incremento nella concessione dei mutui”. Quindi i depositi aumentano più del doppio rispetto ai mutui e i prestiti complessivi sono intorno al 4-5%.

Le banche e i titoli di Stato

Cosa fanno le banche con questa liquidità? Sono sempre più impiegati per comprare titoli di Stato: a oggi le banche hanno in portafoglio 400 miliardi di titoli di Stato che permette rendimenti minimi ma senza rischi.


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