Li chiamano ormai gli “angeli del mare“. Sono due uomini, padre e figlio che sorvegliano un tratto di costa nel Salento per grande spirito di umanità.
Sono uomini di mare, pescatori, che portano insita nel loro animo una missione: salvare le vite.
Si chiamano Salvatore e Michele Casciaro. Vivono a Corsano, comune in provincia di Lecce, quasi un’ultima parte del tacco dello stivale. Un avamposto. Un avamposto per gli uomini che salgono su una barca sgangherata per porre fine ad una disperazione.
E’ dagli anni ’90, dall’esodo dall’Albania a bordo dei gommoni, che Salvatore Casciaro si adopera come una sentinella sulle vite degli sfortunati.
Scrutava il mare del canale di Otranto, in cerca di qualche vita in difficoltà. Ed ora, con questa nuova ondata di sfortunati, da’ tutto se stesso con il figlio, per adempiere ad una missione antica che si chiama soccorso.
Anche suo padre, nei decenni passati si adoperava in questo spirito di umanità. I Casciaro sono l’emblema di una forza misteriosa che nasce dentro per proteggere i nostri simili.
Nel mese di gennaio del 2016, si è scritto di loro per il salvataggio di una donna.
A Navaglie degli scafisti erano scappati lasciando in un mare burrascoso 42 somali.
I Casciaro, padre e figlio sono scesi in mare ed hanno setacciato le parti del litorale, che per la conformazione, non poteva essere perlustrato dalla barche della Guardia di Finanza.
Dice Salvatore che ha navigato per un’ora sino a quando non ha scorso una donna al buoio, sola, infreddolita ferita, aggrappata ad uno scoglio. L’ha portata con il figlio Michele in salvo.
Non chiamateci eroi, dice a tutti. E che gli spiace che dopo decenni in cui suo padre si dannava per cercare superstiti del mare, nel terzo millennio siamo ancora nella stessa situazione.
Salvatore e Michele non sono eroi, sono angeli, di cui l’Italia ed il Sud devono andare fieri.