Nell’Accordo di Partenariato 2021-2027 sono previsti 83 miliardi di fondi strutturali, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale. Di questi 56 miliardi finanzieranno i Programmi regionali. L’Accordo è stato inviato alla Commissione Europea. E’ quanto annunciato dal ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, intervenendo all’incontro con circa duecento soggetti che compongono il Partenariato, tra Ministeri, Regioni e un centinaio di organizzazioni economico-sociali e rappresentanti della società civile.
“Il 23 giugno scorso – ha detto Carfagna – abbiamo inviato alla Commissione europea il testo dell’Accordo di Partenariato 2021-2027, che consentirà di utilizzare circa 83 miliardi di Fondi strutturali, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale. La Commissione ha già apprezzato il nostro lavoro, tanto da anticipare le consultazioni interne per accelerare il negoziato. Ora spetta a noi procedere in maniera rapida per arrivare all’intesa definitiva entro e non oltre la metà di settembre, recuperando così in parte il ritardo con cui Bruxelles ha pubblicato il Regolamento”.
“Le risorse da gestire sono più elevate del precedente ciclo di programmazione”, ha spiegato Carfagna. “Di queste, oltre 56 miliardi (cioè i due terzi) andranno a finanziare Programmi regionali (POR), mentre il resto andrà ai Programmi nazionali (PON), che sono stati ridotti da 13 a 10, su sollecitazione della Commissione UE”. Il criterio utilizzato è stato quello di mantenere e potenziare le esperienze migliori del ciclo 2014-2020 e introdurre nuove importanti iniziative, come il PON Salute, fortemente voluto dal ministro per contribuire a colmare i deficit della sanità meridionale.
I PON previsti nel testo dell’Accordo inviato a Bruxelles, i cui dettagli quindi non sono ancora definitivi ma oggetto di confronto con la Commissione UE, sono i seguenti:
“Sul nostro Paese si sta concentrando una mole enorme di risorse”, ha ricordato il ministro per il Sud e la Coesione territoriale. In particolare, per quanto riguarda i Fondi strutturali le regioni meridionali riceveranno complessivamente, tra risorse europee e cofinanziamenti nazionali, oltre 54 miliardi, ai quali si aggiungono 1,2 miliardi del Just Transition Fund, per un totale di circa 56 miliardi.
“È quindi indispensabile – ha aggiunto il ministro – che tutte le amministrazioni, nazionali, regionali e locali, sviluppino al più presto una capacità di programmazione, spesa e attuazione assai maggiore rispetto al passato. In particolare, le Regioni hanno una responsabilità importante. Oltre all’azione del PON ‘Capacità per la coesione’, il governo con il dl ‘Governance e Semplificazioni’ ha offerto loro un ruolo rafforzato dell’Agenzia per la Coesione, alla quale è stato attribuito un potere sostitutivo rispetto alle amministrazioni in ritardo o inadempienti. Ma si tratta di un ruolo eventuale e ‘servente’ alle prerogative delle amministrazioni titolari e ai territori, che rimangono protagonisti e destinatari ultimi degli interventi”.
Il cronoprogramma imposto dal ministro prevede di superare entro le prossime settimane le tappe intermedie (intesa in Conferenza Unificata e approvazione al Cipess) per giungere a notificare l’Accordo di Partenariato alla Commissione Europea entro l’obiettivo dichiarato di metà di settembre.