Si chiama Eastmed ed è il gasdotto che dovrebbe alleviare la sete di risorse energetiche del nostro Paese. Il progetto di questa pipeline lunga oltre 1900 chilometri tra tubature offshore e onshore appartiene a IGI Poseidon, una joint venture tra la società greca Depa e la compagnia italo francese Edison. E’ un gasdotto dalla portata storica. Per la prima volta, Israele diventerà fornitore di gas per l’Europa, riducendo la dipendenza del nostro Paese dalle risorse algerine e russe. Il gasdotto attraversa il Mediterraneo orientale, partendo dal bacino Leviathan, di fronte le coste israeliane e toccherà terra in Grecia, per poi ramificarsi verso la Bulgaria, e in Puglia, dove verrà interconnesso alle reti che portano energia in tutta Europa.
Eastmed verrà realizzato con un investimento di oltre 7 miliardi di euro ed è stato riconosciuto dall’Unione Europea come asset strategico per lo sviluppo. Per portare avanti il progetto del gasdotto è stato creato un forum permanente, con sede al Cairo, a cui partecipano oltre all’Italia, alla Grecia ed Israele, anche Cipro, l’Egitto e l’Autorità nazionale palestinese. Al Forum permanente ha aderito anche la Francia e le strategie energetiche individuate al Cairo sono state benedette anche dall’amministrazione statunitense. Tagliati fuori dal progetto la Turchia e Libano. Non è un caso. Il nuovo gasdotto che taglia a metà il Mediterraneo orientale si insinua nella partita geopolitica delle ZEE, le zone economiche esclusive marine. Con una serie di accordi incrociati, primo tra tutti quello siglato tra il governo libico al tempo guidato da Fayez Al Serraj e il capo del governo turco Erdogan, lo sfruttamento delle aree marine sta diventando una miccia pronta ad esplodere. Di sicuro, il risultato delle mosse turche è stato il riacutizzarsi delle tensioni con la Grecia, per la gestione delle risorse sottomarine ed anche per il mai sopito conflitto sull’isola di Cipro, praticamente da sempre divisa in due aree di influenza che fanno riferimento rispettivamente ad Ankara ed Atene.
Quel che fa discutere in Italia è l’approdo previsto di Eastmed. La pipeline dovrebbe connettersi nel Salento, nella stessa area dove è situato lo sbocco del TAP, la pipeline transadriatica che connette la Puglia all’Europa orientale. Una cosa è certa: bisognerà fare una scelta tra obiettivi economici ed energetici e stabilità del quadrante mediterraneo orientale.
EastMed è una vera insidia per gli equilibri mediterranei perché rischia oltre a riaccendere il contenzioso greco-turco a Cipro, rappresenta un elemento di tensione tra la Turchia e l’Unione Europea. Un disagio geopolitico che potrebbe complicare le trattative di pace in corso per la stabilizzazione della Libia, controllata, nella parte occidentale, da Erdogan e dalle sue truppe.