“La misura dell’agevolazione contributiva per l’occupazione in aree svantaggiate è considerata dal Governo un essenziale strumento di sostegno per l’occupazione in territori dove la crisi pandemica ha ulteriormente aggravato la percentuale di disoccupazione, già molto elevata rispetto alle regioni del Nord, soprattutto a carico di donne e giovani: essa, com’è noto, allevia in modo considerevole, nella misura del 30%, il costo del lavoro per i datori di lavoro che operano nel Mezzogiorno e in regioni svantaggiate”, lo ha detto la sottosegretaria per il Sud e la Coesione territoriale Dalila Nesci rispondendo alla Camera a un’interpellanza urgente presentata dalla deputata Francesca Galizia.
“I dati ad oggi disponibili sull’utilizzo della decontribuzione fanno sin d’ora ritenere questa misura efficace e di ampio successo. I dati emersi sono i seguenti: a ottobre l’adesione alla misura ha coinvolto 1.766.244 lavoratori, per un importo di beneficio concesso pari a 218.589.922 euro; a novembre 1.847.764 lavoratori, per un importo di beneficio concesso pari a 235.320.656 euro; a dicembre 1.826.410 lavoratori, per un importo di beneficio concesso pari a 338.700.732 euro; a gennaio 107.763 lavoratori, per un importo di beneficio concesso pari a 11.235.154 euro; a febbraio 1.400.763 lavoratori, per un importo di beneficio concesso pari a 261.969.299 euro”.
“Il mese scorso, per volontà della Ministra Carfagna, al fine di assicurare che tutte le risorse siano effettivamente territorializzate a vantaggio dei datori di lavoro del Mezzogiorno, è stata assunta un’iniziativa finalizzata a ottenere una modifica della circolare INPS n. 33/2021 per chiarire che, in caso di somministrazione di lavoratori, si debba avere riguardo alla sede dell’utilizzatore e non dell’agenzia di somministrazione, evitando in questo modo il rischio che una agenzia con sede al Sud possa fruire della decontribuzione, inviando lavoratori in regioni non svantaggiate”.