L’ultimo episodio avvenuto domenica, di una coppia di turisti americani che tentava di partire dall’aeroporto di Fiumicino con un reperto archeologico in marmo proveniente dagli scavi di Pompei, non è che l’ennesimo sequestro – un fenomeno peraltro assai diffuso nello scalo romano – di un “pezzo” archeologico del nostro Paese.
Reperti che i turisti stranieri spesso tentano di riportare a casa come “souvenir”. A confermarlo a Fiumicino sono fonti della Polizia di Frontiera. “Sì in effetti – ammettono – è una delle mode assai diffuse negli ultimi anni soprattutto fra turisti stranieri appassionati di Roma: mettersi in valigia sampietrini, oppure alcune parti di mosaici di epoca romana“. E viene pure sottolineato che il fenomeno si verifica prevalentemente tra i passeggeri che si servono di compagnie aeree low cost, in particolare tra quelli che al termine del soggiorno nella Capitale rientrano in uno dei Paesi del Nord Europa. Ieri l’ennesimo fatto, riportato oggi dal quotidiano romano il Messaggero.
A segnalare ai Carabinieri i due americani, di ritorno a Boston via Detroit con un volo della compagnia Usa Delta in partenza da Fiumicino, è stato un impiegato della società di autonoleggio Maggiore. L’uomo, stando alla ricostruzione del quotidiano romano, al controllo di “check out” dell’auto presa a noleggio dalla coppia a Napoli, ha rinvenuto vicino ad un sedile nel vano posteriore questa grande parte di marmo, avvolta nella carta, ovvero un pezzo antico di un cornicione, lungo circa 25 centimetri e pesante dieci chilogrammi. Un reperto così di sicuro ai controlli di sicurezza di Fiumicino non sarebbe passato inosservato, così come i numerosi sampietrini e pezzi di mosaico rinvenuti nei trolley dei passeggeri e sequestrati dagli agenti. Nel maggiore scalo della Capitale, infatti, sono stati diversi i turisti denunciati a piede libero per ricettazione e tentativo di esportazione di un bene archeologico dello Stato, proprio come la coppia di americani di ieri che aveva con sé il pezzo di cornicione antico probabilmente sottratto negli scavi di Pompei.
Ai due turisti americani, a quanto si è appreso, peraltro, al loro arrivo negli Stati Uniti non verrà contestato nessun tipo di reato, anche se i loro nominativi, qualora dovessero tornare in Italia risulterebbero nella banca dati delle forze dell’ordine. Sembra incredibile, eppure i pesanti blocchetti di leucitite, un tipo di roccia eruttiva tipica delle zone vulcaniche laziali, storicamente utilizzati per la realizzazione del lastricato stradale di vie e piazze romane, figurano tra gli oggetti che gli agenti della Polizia di frontiera sequestrano di più ai turisti che tornano in patria. Tra i reperti rinvenuti figurano anche alcune parti di mosaici di epoca romana e persino una pietra miliare.
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