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Colloqui mensili o si perde il reddito di cittadinanza, Brunetta: “Ecco come sarà”

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  • Il ministro della Funzione pubblica spiega come cambierà il sussidio
  • Si faranno colloqui mensili nei centri per l’impiego
  • Coinvolgimento delle agenzie private di lavoro

Colloqui mensili nei centri per l’impiego per tutti gli occupabili, il coinvolgimento delle agenzie private del lavoro, chi non si presenta ai colloqui perde il il sussidio o gli viene ridotto. Sono queste le tre direttrici che si seguiranno per cambiare il reddito di cittadinanza. Le delinea il ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, in un’intervista al Corriere della Sera.

Colloqui nei centri per l’impiego

Per Brunetta diventa essenziale innanzitutto “tracciare una netta distinzione fra occupabili e non. Oggi 1,68 milioni di nuclei familiari ricevono il reddito, per un totale di 3,8 milioni di persone coinvolte, ma dei beneficiari solo circa un terzo è occupabile. È su questo che si deve intervenire con le politiche attive del lavoro”. Finora gli occupabili sono stati contattati per via digitale con e-mail o con raccomandate, ma secondo Brunetta, “l’idea di fare tutto per via digitale, a distanza, non poteva funzionare. Questa è una materia che richiede la presenza, colloqui costanti. Ora chi non si presenta al centro per l’impiego ogni mese, se non ha ragioni valide, perde il sussidio o gli viene ridotto”.

Come spiega Brunetta al Corriere, “per collocare le persone bisogna parlarci, conoscerle, confrontarsi in presenza”, quindi serve “rafforzare il personale dei centri per l’impiego per fare gli screening”.

Coinvolgimento delle agenzie private

Tra le proposte anche quella di coinvolgere le agenzie private di lavoro, perché “le agenzie private sono tante, circa 100 autorizzate, con una rete di 2.500 filiali sparse in tutto il Paese e decine di migliaia di dipendenti diretti. Non sono certo i poveri navigator, è gente che conosce il territorio”.

Spesi 19,6 miliardi in due anni

Secondo Brunetta quello che non ha funzionato finora è i fatto che il vecchio sistema aveva “soluzioni improbabili” e sono nati “busi e distorsioni sul mercato del lavoro. Basti pensare alle difficoltà di reperire personale nel turismo o nel terziario”. E intanto, il costo in due anni è mezzo è stato di 19,6 miliardi di euro, con un importo medio cresciuto dell’11%.

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Published by
Salvo Butera