Stiamo assistendo da diversi anni alla progressiva desertificazione del nostro Aeroporto. In soli 18 mesi sono stati cancellati voli per Toronto, Bucarest, Torino, Verona, Eindhoven, Creta e Spalato oltre che numerosi altri charter e voli merci. Decimate anche le compagnie aeree, ne rimangono solo tre: Alitalia e Belleair che fanno una sola tratta (rispettivamente Linate e Tirana) e poi Ryanair che, nonostante varie riduzioni (come ad esempio la tratta di Oslo) rimane il cuore del traffico aeroportuale abruzzese.
I voli diminuiscono e i passeggeri di conseguenza.
L’eliminazione dei numerosi collegamenti ha portato a un rapido declino dell’utilizzo del nostro aeroporto, basti pensare che il dato dei passeggeri del +32% di Gennaio 2012 (+43% per i voli internazionali) si è trasformato nei mesi a seguire -6% di Luglio 2012 e a Gennaio di questa’anno si registra un ulteriore -3% rispetto all’anno precedente, (dati www.assaeroporti.it) senza contare la perdita dei charter austriaci che garantivano all’aeroporto circa 10000 transiti annui.
La causa di questo impoverimento della frequentazione complessiva del nostro aeroporto è dovuta alla riduzione dei voli e non è certo genericamente imputabile alla “crisi”: le poche tratte che rimangono, infatti, vedono un costante aumento dei loro passeggeri aumentati nel 2012 del 2% raggiungendo punte del 5% in tratte come quella per Londra.
Delle “rotte promesse” da anni, ossia Sicilia, Mosca e Roma non c’è traccia e quindi, nel frattempo, è stato il vicino e più dinamico Aeroporto di Ancona ad accaparrarsi queste ultime due tratte.
Il settore merci è praticamente scomparso a favore di aeroporti limitrofi, penalizzando le attività commerciali con nuove e gravi chiusure di attività, e, in ultimo, dobbiamo tenere ben presente come l’impoverimento dell’aeroporto metta al rischio il lavoro di tantissime persone ad esso collegate.
Stiamo perdendo progressivamente uno strumento di sviluppo che per la nostra città è assolutamente fondamentale. Bisogna capire che funzione deve avere il nostro aeroporto, in che modo può essere occasione di crescita per tutto il nostro territorio. Non può semplicemente supperire all’isolamento ferroviario della nostra città con voli interni, ma deve saper intercettare flussi turistici esteri per poter promuovere efficacemente l’attività turistica che la nostra città merita, per una crescita non solo economica ma anche sociale e culturale.
L’Aeroporto d’Abruzzo deve ritrovare la sua centralità, tornando a investire nei voli internazionali ma anche creando sinergie con l’Aeroporto di Ancona, facilitando e velocizzando i collegamenti con esso, eliminando le rotte “doppione” e moltiplicando l’offerta a beneficio dei nostri territori.
In caso contrario l’Abruzzo, oltre a patire un grave isolamento ferroviario e marittimo, sarà penalizzato anche da un isolamento aeroportuale.