Mi sono rifiutato di partecipare all’ennesimo dibattito sulla #QuestioneMeridionale che ha perduto ogni respiro storico ideale per la crisi dei grandi soggetti politici, l’assenza di cultura industriale, il leghismo e soprattutto per le prove di inefficienza e dequalificazione della classe dirigente meridionale.
Proprio partendo dal nuovo rigore con cui mi propongo di governare, possiamo riaprire il ragionamento recuperando dignità e credibilità e portando il #Sud a livelli di produttività e competitività globale.
La questione del Sud non è separata né settoriale, ma è un tutt’uno con il programma di sviluppo dell’Italia nel mondo e può determinare il ruolo e il peso che l’Italia dovrà avere in Europa e nel mondo.
Ho partecipato alla Direzione Nazionale del PD proponendo cinque punti d’azione:
1) Orientare gli #investimenti dei gruppi industriali pubblici, a cominciare da Fincantieri e Finmeccanica, verso il Sud e riequilibrando per il Meridione le quote di produzione industriale con particolare riguardo per i comparti dell’aerospaziale, dell’automotive e dell’agroalimentare;
2) Un programma stringente di investimenti per le #infrastrutture: banda larga, sistemi idrici, trasporto su ferro ed assi viari, portualità e sistema aeroportuale;
3) Innovazione profonda nella gestione dei #FondiEuropei con la creazione di un fondo di rotazione per sostenere le progettazioni esecutive;
4) Investimenti sulla #ricerca, negli atenei e nelle agenzie private, per l’innovazione in ambito industriale, aerospaziale e agroalimentare;
5) Piano di #Sicurezza per il Sud.
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