L’aeroporto di Palermo “Falcone Borsellino” è pronto a rifarsi il look con un investimento di 44 milioni di euro. L’obiettivo è ampliare gli spazi del terminal, ma soprattutto arrivare a zero emissioni in breve tempo. Il programma di ammodernamento sarebbe dovuto partire già nel 2019, ma la pandemia ha rallentato tutto. Gli obiettivi di Gesap, la società di gestione dell’aeroporto di Palermo, sono stati illustrati a TalkSicilia, il programma di approfondimento di Blogsicilia.it e Tempostretto.it, in diretta anche su Video Regione, al canale 16 del Digitale terrestre.
“Quando ci siamo fermati per colpa della pandemia, a dicembre del 2019 – racconta Cleo Li Calzi, consigliera di amministrazione della Gesap – eravamo arrivati a oltre 7 milioni di utenti, con la previsione di arrivare a 10 milioni in brevissimo tempo. Per questo era pronto un piano di ammodernamento”.
Su quel piano dell’aeroporto di Palermo era già arrivato l’ok dell’Enac ed era stimato un investimento da 44 milioni di euro di sole risorse interne: “E’ la dimostrazione – spiega Cleo Li Calzi – che eravamo credibili con il sistema bancario, e lo siamo rimasti anche per come abbiamo affrontato questa crisi pandemica”.
Gli investimenti del Falcone Borsellino, dunque, non si fermano: “Abbiamo soltanto cambiato il cronoprogramma degli investimenti – spiega la manager della Gesap – Oltre alla modifica del terminal, che tra qualche anno sarà pronto, modificato e con spazi allargati, stiamo lavorando per arrivare a zero emissioni di CO2. Su questo punto abbiamo firmato un protocollo con l’Europa per l’abbattimento delle emissioni, e siamo uno dei pochi aeroporti europei ad averlo fatto. Nei fatti siamo in anticipo rispetto alla transizione ecologica. Tutti questi investimenti sono finalizzati a spostare al 2023 l’obiettivo che l’aeroporto Falcone Borsellino di Palermo stava raggiungendo prima della pandemia: i dieci milioni di passeggeri l’anno”.
Li Calzi traccia anche un bilancio di come lo scalo palermitano ha affrontato i tempi della pandemia. “Sono stati due anni particolarmente difficili perché il sistema aeroportuale nazionale ha avuto blocchi significativi – spiega Li Calzi – e per l’aeroporto di Palermo questo ha significato, in media, -60% tra traffico merci e traffico passeggeri. Va considerato che Il Falcone Borsellino, essendo un aeroporto insulare, ha sostanzialmente retto, poiché è stato anche presidio di sanità, per cui mesi in cui tutta l’Italia era chiusa e bisognava fare arrivare i mezzi sanitari”.
Tra gli aeroporti europei, nella categoria tra i 5 e i 10 milioni di passeggeri, lo scalo di Palermo è stato premiato per resilienza, ha spiegato Li Calzi. “Adesso registriamo forti segnali di ripartenza. L’estate, ma anche i mesi di settembre e ottobre, sono stati importanti, anche con il ritorno del traffico internazionale che è aumentato del 26 per cento. Speriamo di poter chiudere il 2021 con un dato di 4,5 milioni di passeggeri”.
Il passaggio da Alitalia ad Ita non ha ridotto il numero dei collegamenti aerei con Palermo. Secondo la manager, invece, sarebbero aumentati. Gli slot precedentemente operati dalla “defunta” compagnia di bandiera italiana Alitalia, dunque, sarebbero stati tutti coperti. “Non solo da Ita ma anche da compagnie low cost”, ha detto Li Calzi.
“Si sono liberati slot, quindi addirittura i collegamenti sono aumentati. Ora si trovano collegamenti con compagnie low cost in orari in cui prima quelle stesse compagnie non c’erano. Oggi un viaggiatore può avere la possibilità di andare a Roma e tornare in giornata con le low cost, prima questo era possibile soltanto con Alitalia. Quindi le tratte non sono diminuite. Sono ovviamente diminuite quelle operate da Ita rispetto al numero complessivo di voli che garantiva Alitalia”. Ma questo, secondo la consigliera Gesap, dipende anche dal fatto che Ita ha una flotta di cinquanta aeromobili, Alitalia ne aveva 120.