Falchi e bianconi, serpenti e cicogne, poiane, nibbi, cigni ed anatre, gufi cinghiali e daini questi gli insoliti abitanti dell’Oasi faunistica di Bitetto. Diciassette ettari di verde dove ha sede anche l’Osservatorio faunistico regionale che quotidianamente si occupa dell’accoglienza e delle cure delle specie meno fortunate, anche da fuori regione.
La struttura negli anni ’80 altri non era che un centro di allevamento per le specie cacciabili poi riconvertito negli anni ’90, a seguito della legge n. 27/98, in una struttura tecnica della Regione Puglia con molteplici funzioni inerenti la tutela della fauna e la raccolta dati sullo stato di salute degli animali selvatici in Puglia.
Da ottobre dello scorso anno è sotto la direzione di Maria Carmela Sinisi che che vuole renderlo fruibile anche per finalità didattiche e di educazione ambientale. “E’ in progetto – fa sapere – anche la realizzazione di un museo”.
“Mi sono innamorata di questo posto – prosegue la responsabile – e sto cercando di restituirgli la giusta dignità. Ne approfitto per ringraziare i miei collaboratori per l’impegno profuso per garantire agli animali tutte le cure di cui hanno bisogno”.
“L’attività è frenetica – riferiscono i collaboratori – nel 2016 abbiamo accolto oltre 1.200 animali, e quest’anno i numeri sono in forte crescita, ad oggi siamo già oltre i 1.700. Solo in una giornata ne abbiamo ricevuti 200.
Grazie ad un accordo con la facoltà Veterinaria dell’Università di Bari abbiamo medici specializzati che assistono gli esemplari che ci arrivano: gli animali vengono registrati, curati e poi se possibile liberati nel loro habitat”.
“Il nostro Osservatorio è un centro importante per difendere il territorio – sottolineano i collaboratori -, ma abbiamo bisogno di risorse. Accogliamo scolaresche in visita, abbiamo rapporti con le associazioni di volontari, ci sarebbe la necessità di lavorare in rete con altre strutture nella regione”.
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