Sono trascorsi 8 anni dal naufragio di Lampedusa in cui morirono 368 migranti. L’imbarcazione libica, usata per il trasporto di uomini, donne e bambini, si inabissò a poche miglia dal porto dell’Isola delle Pelagie.
Il naufragio ha provocato 368 morti accertati e circa 20 dispersi presunti. I superstiti salvati furono 155, di cui 41 minori: 40 non accompagnati e uno solo con la famiglia.
Il barcone, un peschereccio lungo circa 20 metri, era salpato dal porto libico di Misurata il primo ottobre 2013, con a bordo migranti di origine eritrea e etiope. La barca era giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane quando i motori si bloccarono, poco lontano dall’Isola dei Conigli, per attirare l’attenzione delle navi che passavano l’assistente del capitano ha agitato uno straccio infuocato producendo molto fumo. Questo ha spaventato parte dei passeggeri, che si sono spostati da un lato dell’imbarcazione stracolma che si è rovesciata. La barca ha girato su sé stessa tre volte prima di colare a picco.
Alle sette circa locali alcune imbarcazioni civili e pescherecci hanno notato i naufraghi e dato l’allarme caricando la maggior parte dei superstiti a bordo. Nei giorni successivi, le operazioni di recupero dei morti e la conta del numero dei morti.
Dal 2013 ad oggi sono state avviate diverse indagini per fare luce sull’organizzazione criminale che avrebbe gestito lo sbarco ma non si è arrivati a nulla. In otto anni sono stati individuati e condannati alcuni marinai che non si sarebbero fermati per prestare i soccorsi e lo scafista che guidava l’imbarcazione.
Oggi, sull’Isola di Lampedusa sono diverse le iniziative organizzate in occasione della Giornata della memoria e dell’accoglienza. Le vittime della sciagura, diventata il simbolo del dramma dell’immigrazione, saranno ricordate in occasione della messa domenicale e con un lancio di fiori in mare.
Intanto, continuano gli sbarchi: sono circa 400 i migranti arrivati fra stanotte e l’alba a Lampedusa con 14 barchini, alcuni dei quali sono riusciti ad approdare direttamente sulla terraferma. Quindici tunisini, fra cui una donna e 4 minori, sono stati bloccati dai finanzieri a molo Madonnina. Gli ultimi, in ordine di tempo, a sbarcare a molo Favarolo sono stati 82 provenienti da Bangladesh, Sudan ed Egitto. Il gruppo – partito due giorni fa da Zuwara, in Libia – è stato rintracciato e soccorso dalla motovedetta Cp 319 della Guardia costiera.
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