';

La Fattoria a km zero ha quasi un secolo
11 Mar 2014 10:32

Venti ettari di terreno tra Fragneto e Torrecuso in una zona collinare, a pochi passi dal centro di Benevento. È qui che sorge l’azienda agricola-agrituristica “Masseria Frangiosa” a conduzione semi-familiare, che dà lavoro a una decina di persone tra proprietari e dipendenti.

Una passione per la Terra nata già dal 1925 e che oggi, dopo quasi 90 anni, coniuga l’amore per i sapori di una volta all’esigenza di innovazione e crescita.

La nostra azienda – afferma Michele Frangiosa, 31 anni – è nata dall’intuizione dei miei avi, che hanno sempre coltivato la terra nel rispetto della natura e dei valori sani della vita. Oggi, dopo quasi 90 anni, con l’impegno dei miei nonni prima e dei miei genitori poi, l’azienda si può definire ‘multifunzionale’. Oltre all’attività agricola principale, nel ’97 abbiamo voluto diversificare il lavoro, creando un impianto di trasformazione delle conserve. Poi nel ‘99 siamo diventati agriturismo con una ristorazione a Km zero, legata alle ricette dell’antica tradizione locale, di cui siamo fieri custodi”.

“Con l’agri-ristoro, si è pensato di offrire ai clienti un servizio che pochi agriturismi hanno, il Catering Tipico. Negli anni successivi ci siamo dotati di una sala convegni, di camere da letto con salottino, bagno e wi-fi. La rete elettrica dell’azienda è sviluppata su un impianto fotovoltaico. Nel 2004 abbiamo ottenuto una certificazione biologica: i nostri prodotti vengono controllati e certificati da organi seri e competenti, e siamo entrati a far parte delle Fattorie Panda del WWF e del circuito Campagna Amica della Coldiretti, che ci permette di partecipare ai numerosi mercatini, organizzati in varie regioni d’Italia. Dal 2013 poi abbiamo deciso di inaugurare un negozio a Benevento, dove vengono venduti i nostri prodotti e le eccellenze locali, in un’ottica di filiera corta bio”.

Cosa vuol dire oggi per un giovane lavorare nell’agricoltura e perché credi sia importante continuare a farlo?

“Io e i miei fratelli, Alessandro il cuoco, e Isabella, che oltre a lavorare nella azienda studia chimica all’Università, affianchiamo i nostri genitori aiutandoli con passione e dedizione. Ognuno di noi, con il suo know how, cerca di contribuire al lavoro quotidiano, apportando idee nuove e suggerimenti per migliorare. Le nostre visioni, più innovative, affiancate alla consolidata capacità di mamma Filomena e papà Antonio, permettono di puntare alla qualità, efficienza e professionalità, caratteristiche necessarie per offrire un servizio che non deluda le aspettative”.

Passeggiate tra gli ulivi, degustazioni, percorsi didattici, turismo rurale. Un’offerta di qualità che punta a differenziare il reddito agricolo. Quale è, secondo te, il segreto del successo?

“Non so se si può parlare nel nostro caso di successo, molto ancora bisogna fare. Certo è che per funzionare l’azienda deve offrire prodotti e servizi sempre nuovi. Oltre all’agricoltura biologica, infatti, pratichiamo allevamento suinicolo e bovino certificato bio e offriamo, in qualità di Fattoria Didattica, percorsi formativi per bambini e adulti. Siamo specializzati sull'”ABC dell’Olio di oliva”, con una simpatica lezione sull’olio extravergine e la proiezione di filmati sulla raccolta; nel periodo di Novembre, è possibile cogliere le olive dalle piante o fare lezione sotto gli alberi, con analisi sensoriali e abbinamento cibo – olio”.

Ed è proprio l’olio extravergine di oliva tra i fiori all’occhiello dell’azienda che, nel partecipare a Concorsi nazionali, ha ricevuto anche ambìti riconoscimenti.

Ma cosa sogna Michele per il futuro della sua “Fattoria”. Lo dice lui stesso:

Non è sempre facile andare avanti, spesso le difficoltà sono tante: purtroppo le piccole aziende hanno le stesse adempienze delle grandi realtà, in termini burocratici e di spese; siamo sottoposti a controlli periodici per rilevare gli standard della qualità e siamo obbligati a seguire rigidi disciplinari e una procedura, spesso lunga e complicata“.

Per contro, però, continua a gratificarmi l’apprezzamento dei nostri clienti. La gente ha voglia di mangiare bene, di cibo sano. Sento tante persone che vorrebbero tornare a coltivare i campi. Molti si accostano al mondo agricolo prendendosi cura anche solo di una piantina. Purtroppo la vicinanza alla Terra dei Fuochi, nel casertano, non ci aiuta. C’è una paura non ingiustificata, ma spesso ingigantita; non tutta la Campania è inquinata e il paradosso è che oggi, come non mai, le aziende della nostra regione sono più controllate di altre e quindi, senza dubbio, più sicure“.


Dalla stessa categoria

Lascia un commento