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Il tesoro di San Gennaro in mostra a Parigi
18 Mar 2014 08:56

Per la prima volta il tesoro di San Gennaro, il santo patroni di Napoli, esce dall’Italia: dopo Roma, fa tappa a Parigi la mostra ‘Il tesoro di Napoli – I capolavori del Museo di San Gennaro’, in programma al Museo Maillol da mercoledì fino al 20 luglio.

“E’ importante far conoscere questo tesoro e la tappa di Parigi è fondamentale”, spiega all’ANSA Paolo Jorio, direttore del Museo di San Gennaro, che ha curato la mostra insieme allo storico francese dell’arte Jean-Loup Champion, con un’elegante scenografia firmata da Hubert Le Gall.

“E’ la prima volta che il tesoro di San Gennaro esce dall’Italia – prosegue Jorio – Il museo di San Gennaro è molto giovane, ha solo 10 anni: non abbiamo fondi pubblici, viviamo solo dei visitatori. Il modo migliore per poter far conoscere e promuovere il tesoro è portarlo fuori da Napoli e questo ci aiuta anche a finanziare il museo”.

E aggiunge: “Dopo Roma e Parigi siamo certi che l’Europa e il mondo cominceranno a interessarsi al tesoro. Le prossime tappe potrebbero essere Bruxelles, San Pietroburgo e Chicago. L’esposizione di Roma (nelle sale di Palazzo Sciarra, fino allo scorso 16 febbraio, ndr.) è stata un successo straordinario con oltre 300 mila visitatori in tre mesi”.

In mostra a Parigi ci sono un’ottantina di pezzi di altissimo livello tra i 21.610 capolavori che costituiscono il Tesoro di San Gennaro, formatosi attraverso 400 anni di donazioni tra papi, imperatori, re, ma anche ex voto popolari (il cui valore storico supera quello dei Gioielli della Corona d’Inghilterra e dello Zar di Russia).

C’è la Mitra, creata nel 1713, in argento dorato, con un ricamo orafo straordinario di 3326 diamanti, 164 rubini, 198 smeraldi e 2 granati; e la Collana di San Gennaro, uno dei gioielli più preziosi al mondo, con donazioni di Giuseppe Bonaparte, delle regine Maria-Amalia di Sassonia e Maria-Carolina d’Austria: “ogni parte della collana è una storia d’Europa”, osserva Jorio. E poi la croce, i tre calici, i busti in argento.

“Nell’allestimento del Museo Maillol, rispetto a quello di Roma, è cambiata la concezione e il percorso scientifico – dice il curatore – In una città laica come Parigi era importante fare capire l’impostazione laica del tesoro mentre in una Roma molto cattolica e impregnata di cristianesimo si è reso necessario dare un’impronta diversa”.

Il percorso parte quindi dal Vesuvio, “l’ente naturale a cui i napoletani hanno contrapposto l’ente soprannaturale”, e mette in evidenza il fatto che la collezione appartiene alla città di Napoli attraverso la Deputazione, che è un’istituzione laica. Si ripercorre poi l’evoluzione del culto del Santo patrono di Napoli, e lo sviluppo dell’arte orafa partenopea che si è perfezionata nei secoli.

“In mostra – conclude Jorio c’è la straordinaria storia della fede di un popolo e di una città. L’incredibile processo artistico legato al culto di San Gennaro è andato di pari passo con la fede”.


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