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Situazione drammatica dei NEET in Sicilia

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“In Sicilia ci sono 215 mila NEET: un dato drammatico”. Così ha dichiarato Sergio Saltalamacchia, direttore regionale INPS Sicilia, durante il convegno “La domanda e l’offerta di lavoro: strategie pubbliche e private per un ottimale incontro” tenutosi a Palermo. Il convegno, organizzato dall’INPS, dall’Università degli Studi di Palermo e dalla Consulta degli Ordini provinciali dei Consulenti del Lavoro, ha visto la partecipazione di esponenti del mondo accademico, istituzionale, professionale, sindacale e datoriale regionale, oltre che del direttore generale e del presidente dell’INPS, Valeria Vittimberga e Gabriele Fava.

Chi sono i NEET?

I NEET (Not in Education, Employment, or Training) sono giovani che non sono impegnati né in attività lavorative né in percorsi di istruzione o formazione. Questa categoria è particolarmente vulnerabile perché l’inattività prolungata può portare a conseguenze negative a lungo termine, come l’emarginazione sociale, la perdita di competenze e una minore probabilità di inserimento nel mercato del lavoro in futuro. In Italia, e in particolare in Sicilia, il fenomeno dei NEET è particolarmente preoccupante. La regione ha una delle percentuali più alte di NEET in Europa, con quasi il 40% dei giovani tra i 15 e i 29 anni che rientrano in questa categoria.

Piattaforme digitali e formazione

Saltalamacchia ha evidenziato come l’INPS, attraverso il SIISL, abbia messo a disposizione delle aziende e dei lavoratori un applicativo guidato da intelligenza artificiale per ricercare figure professionali coerenti. Tuttavia, manca ancora una rilevazione precisa dei fabbisogni lavorativi delle aziende, essenziale per costruire percorsi formativi finanziati pubblicamente. Questo divario è particolarmente critico in Sicilia, dove il numero di giovani NEET è allarmante. Le piattaforme digitali potrebbero facilitare la connessione tra domanda e offerta di lavoro, ma necessitano di dati accurati per essere efficaci.

Strategie per le politiche del lavoro

Valeria Vittimberga ha sottolineato la necessità di politiche del lavoro efficaci che agiscano sia sulla domanda sia sull’offerta. Le imprese devono essere messe nelle condizioni di crescere, superando ostacoli burocratici e giudiziari. Dall’altro lato, è fondamentale incentivare l’ingresso nel mondo del lavoro di categorie svantaggiate, come le donne, tramite investimenti governativi per garantire equità salariale e opportunità di carriera. In Italia, le donne sono ancora fortemente sottorappresentate nel mercato del lavoro, una disparità che si accentua in Sicilia.

Lotta al lavoro nero

Gabriele Fava ha ribadito l’impegno dell’INPS nella lotta contro il lavoro nero e lo sfruttamento. L’istituto propone un sistema di vigilanza collaborativa con le forze dell’ordine, prevenendo le frodi e garantendo risorse a chi ne ha veramente bisogno. Questo approccio mira a reprimere il lavoro irregolare e a sostenere le imprese che creano occupazione legale. La lotta al lavoro nero è fondamentale non solo per proteggere i diritti dei lavoratori, ma anche per assicurare che le risorse pubbliche vengano utilizzate in modo efficace e giusto.

Opportunità dai fondi europei

Sebastiano Cappuccio, segretario generale della CISL Sicilia, ha discusso delle grandi opportunità offerte dai fondi europei e dal PNRR. Ha sottolineato la necessità di un cambio di passo immediato, sollecitando il governo regionale a pianificare un piano strategico per la crescita e lo sviluppo della regione. Cappuccio ha ribadito l’importanza di un confronto tematico e complessivo per utilizzare al meglio le risorse disponibili e non perdere questa occasione storica. I fondi europei e il PNRR rappresentano una possibilità unica per colmare il divario economico e sociale tra la Sicilia e il resto d’Italia.

In sintesi, il convegno ha messo in luce le sfide e le opportunità per il mercato del lavoro in Sicilia. L’implementazione di politiche mirate, il supporto alle imprese, la lotta al lavoro nero e l’uso strategico dei fondi europei sono cruciali per affrontare il drammatico numero di NEET e favorire lo sviluppo della regione. L’adozione di soluzioni innovative e collaborative potrebbe rappresentare la chiave per invertire la tendenza e costruire un futuro più prospero per i giovani siciliani.

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Redazione 2