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Occupazione crescita sprint: più posti di lavoro per tutti

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Dati ISTAT sull’occupazione

Secondo i dati Istat, a marzo 2024 si sono registrati 425mila occupati in più rispetto al 2023. Il tasso di occupazione è salito al 62,1%, mentre il tasso di disoccupazione è diminuito al 7,2%.

Aumento del lavoro per tutti

L’aumento dell’occupazione ha coinvolto dipendenti a tempo indeterminato, autonomi, giovani, uomini e donne. A marzo l’Istat ha segnalato un record di occupazione e una contestuale flessione dei disoccupati. Le posizioni non stabilizzate si sono contratte, portando a una migliore qualità del mercato del lavoro. Complessivamente, a marzo si contano 23 milioni e 849mila lavoratori, con 425mila unità in più rispetto allo stesso mese del 2023. Questo incremento è stato dovuto a 559mila dipendenti stabili e 46mila autonomi, mentre 180mila addetti precari sono diminuiti.

Qualità del mercato del lavoro

Rispetto a febbraio, gli occupati sono aumentati dello 0,3% (+70mila unità). Questo dato positivo ha coinvolto uomini, donne, dipendenti, autonomi e tutte le fasce d’età, tranne quella tra 35 e 49 anni. Il tasso di occupazione ha raggiunto così il 62,1%. La contrazione delle persone in cerca di lavoro è stata del 2,8% (-53mila persone), portando il tasso di disoccupazione al 7,2%. Anche per i giovani il tasso di disoccupazione è migliorato, raggiungendo il 20,1% con una diminuzione del 2,3%. Tuttavia, il numero degli inattivi è aumentato, ma solo tra gli uomini e gli over 50, mantenendo complessivamente stabile il tasso al 33%.

Trend positivo nel primo trimestre 2024

Nel primo trimestre del 2024, il trend positivo si è confermato rispetto al quarto trimestre del 2023, con un aumento di 56mila occupati (+0,2%) e un calo del 21% (-40mila unità) di coloro che cercano lavoro. Tuttavia, è aumentato anche il numero degli inattivi (+40mila). L’Istat precisa che l’incremento dell’1,8% ha coinvolto tutte le classi e i generi, tranne la fascia dei 35-49enni.

Variazioni annue

Rispetto a marzo 2023, il numero di persone in cerca di lavoro è calato del 7,4% (-148mila unità) e quello degli inattivi tra 15 e 64 anni è diminuito dell’1,7% (-213mila). La presenza dei dipendenti ha raggiunto quota 18 milioni e 793mila, mentre gli autonomi sono arrivati a 5 milioni e 56mila. Un aspetto positivo è l’incremento delle lavoratrici rispetto al mese precedente: +0,1% per gli uomini e +0,2% per le donne, con un tasso di disoccupazione pari a -0,3% per i primi e -0,1% per le seconde. L’inattività è aumentata solo per gli uomini, mentre è diminuita per le donne (-0,1%). Su base annua, l’incremento maggiore è per gli uomini (+1,1%) rispetto alle donne (+0,9%).

Variazioni per età (Febbraio-Marzo 2024)

Nel periodo tra febbraio e marzo 2024, l’Istat segnala andamenti differenziati per età. Tra i giovani fino a 34 anni, il tasso di disoccupazione è diminuito, associandosi a un aumento del tasso di occupazione e di inattività. Tra i 35-49enni, il tasso di occupazione è calato, mentre sono aumentati i tassi di disoccupazione e inattività. Nella fascia d’età 50-64, il tasso di occupazione è aumentato, con una contestuale diminuzione dei tassi di disoccupazione e inattività. Su base annua, livelli più elevati di occupati e flessione dei disoccupati sono comuni a tutte le classi sopra i 24 anni. Tra i più giovani (15-24 anni), si è contratto il tasso di disoccupazione, mentre l’occupazione è rimasta stabile e gli inattivi sono aumentati.

Prospettive economiche

Questo quadro apre ulteriori spiragli al processo di accelerazione della ripresa economica e al rilancio dei consumi, che finora hanno costituito un punto debole del sistema Italia. Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel discorso tenuto alla vigilia del 1° maggio nel distretto agroindustriale cosentino, ha affermato che i dati sull’occupazione registrano una crescita significativa. Il trend positivo riguarda gran parte d’Europa, con l’Italia in testa, il che è motivo di grande soddisfazione per tutti, in particolare per il mondo del lavoro. Mattarella ha definito “buona notizia” l’aumento dei posti di lavoro e dei contratti a tempo indeterminato, oltre alla crescita del lavoro femminile.

Sfide e disparità

Il Capo dello Stato ha però invitato a non dimenticare le disparità sociali e territoriali che persistono, gli esclusi, il fenomeno dei lavori precari e sottopagati, e il basso livello retributivo di primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che induce molti di loro a cercare migliori condizioni all’estero. Ha anche evidenziato il ruolo cruciale nell’economia italiana del comparto agroalimentare, per la quantità di ricchezza che produce e redistribuisce attraverso il lavoro, e per la qualità che contribuisce all’identità e alla cultura del nostro Paese. Secondo Coldiretti, il settore agroalimentare rappresenta la prima ricchezza del Paese e dà lavoro a 4 milioni di persone. Grazie alla svolta tecnologica, il settore sta qualificando sempre di più i suoi addetti e offre opportunità di inserimento agli immigrati, come confermato dal successo dell’ultimo click day del decreto flussi.

Sostegno del Governo

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone, ha espresso soddisfazione per i dati diffusi dall’Istat e, in occasione del 1° maggio, ha ribadito l’obiettivo di perseguire “il lavoro di qualità, legale, ben retribuito e sicuro, il lavoro che dà dignità”. In primo piano per il ministro Calderone c’è la questione delle competenze, uno dei tre pilastri della presidenza italiana del G7 Lavoro, insieme all’Intelligenza artificiale e al suo impatto sul lavoro, e all’andamento demografico con l’invecchiamento della popolazione. Un ulteriore sostegno alla dinamica dovrebbe arrivare dai nuovi incentivi varati dal Governo. Secondo Confesercenti, gli incentivi per l’autoimpiego potrebbero essere una risposta utile per arginare il crollo delle nascite di imprese. Negli ultimi quattro anni, infatti, l’avvio di nuove attività è rimasto costantemente sotto i livelli pre-pandemia. Nel 2023, ci sono state 291mila aperture, 36mila in meno rispetto all’ultimo anno prima della pandemia. I maggiori cali hanno coinvolto le attività manifatturiere (-23,4% rispetto al 2019), i servizi di ristorazione (-21,7%) e il commercio (-20,2%). L’unico settore in crescita è quello delle costruzioni, sostenuto dal super bonus (+4,6%).

Sicurezza sul lavoro

A rovinare un po’ la festa sono gli ultimi dati Inail relativi agli incidenti sul lavoro. Nei primi tre mesi del 2024, gli incidenti sono aumentati dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2023 e del 12,8% rispetto a gennaio-marzo 2021. Tuttavia, i casi mortali sono in diminuzione. A marzo, le denunce hanno segnato una flessione dello 0,6% nell’industria e servizi e dell’1,8% in agricoltura, contro un +4% nel Conto Stato. Gli incrementi si registrano nei settori considerati più a rischio: costruzioni (+11,3%), sanità e assistenza sociale (+11,1%), noleggio e servizi di supporto alle imprese (+10,1%), commercio (+5,8%) e trasporto e magazzinaggio (+2,3%). Più casi si registrano nel Nord-Ovest, Centro e Nord-Est, mentre il Sud (-2,2%) e le Isole (-1%) mostrano una riduzione. Tra le regioni più virtuose, si segnalano Basilicata (-76%), Abruzzo (-67%), Campania e Sardegna (entrambe -50%).

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Redazione 2