L’Italia è ormai divisa in due dal clima. Al Nord, i grandi laghi hanno una media di riempimento molto elevata grazie alle piogge. Al contrario, gli invasi nei territori meridionali, quando va bene, sono pieni tra il 40% e il 30%, come certificato dal Centro Nazionale delle Ricerche. L’Osservatorio europeo Copernicus ha riportato che giugno 2024 è stato il tredicesimo mese consecutivo a stabilire un record con una temperatura media più alta.
Le elevate temperature comportano un fabbisogno idrico superiore alla norma e i volumi accumulati nei serbatoi non sono sufficienti a garantire al Sud i diversi utilizzi dell’acqua, non solo per bere ma anche per l’irrigazione dei campi, usi industriali e ambientali. L’Italia si trova in un hotspot del cambiamento climatico, una delle aree del pianeta dove il riscaldamento globale si manifesta con impatti maggiori sugli ecosistemi e le popolazioni.
La siccità ha causato la perdita di 33mila posti di lavoro nei campi tra Sicilia e Puglia. Il caldo record e la mancanza di pioggia hanno impedito le principali operazioni colturali, come evidenziato da Coldiretti. La desertificazione è diventata una minaccia per il settore primario, con raccolti quasi azzerati nel Mezzogiorno, soprattutto per il grano, con cali fino al 70%, ma anche per foraggi, frutta e ortaggi.
In Calabria, la situazione è critica: la Sorical, società per le risorse idriche regionali, ha segnalato cali di produzione delle sorgenti fino alla metà. In Sicilia, centinaia di allevamenti non riescono più a sfamare gli animali per la mancanza di acqua e foraggio, e nelle stalle le bestie continuano a morire.
In Puglia, il clima siccitoso ha dimezzato i raccolti di ciliegie, grano, miele e olive. Le temperature elevate sin dall’inverno hanno compromesso le clementine e la produzione di grano per pane e pasta. Gli apicoltori hanno subito una riduzione del 60% nella raccolta di miele. Preoccupano le previsioni per la prossima campagna di raccolta delle olive, con un crollo stimato della metà rispetto all’anno scorso.
In Basilicata, i danni alle coltivazioni di cereali, soprattutto grano, arrivano fino al 90%. È SOS nella pianura metapontina, dove si concentrano i tre quarti della produzione ortofrutticola regionale, grazie al lavoro di oltre 5 mila imprese.
La Svimez segnala danni a colture e rischi per la salute, con perdite economiche crescenti per agricoltura, turismo, assicurazioni, immobiliare, trasporti ed energia. Coldiretti propone un piano invasi immediatamente cantierabile per una rete di bacini di accumulo, con l’obiettivo di raddoppiare la raccolta di acqua piovana. Fondamentale è il recupero degli invasi già presenti attraverso un’opera di manutenzione.
Secondo Donato Berardi, Michele Tettamanzi e Samir Traini, è necessario un soggetto tecnico e uno politico per decidere sulle questioni più spinose. Non è sufficiente una rete di infrastrutture senza un assetto di governance per l’approvvigionamento idrico. Sono disponibili i fondi del Pnrr, ma la spesa procede lentamente. L’obiettivo finale è la creazione di un Ministero dell’Acqua che racchiuda tutte le competenze.