Le prime graduatorie per esperti PNRR al MEF sono state pubblicate a fine novembre, ma ad oggi dei 500 tecnici selezionati solo 383 hanno risposto all’appello. Più di 100 vincitori hanno preferito rifiutare l’incarico ritenendo i contratti proposti poco attrattivi.
Il Ministro dell’Economia Daniele Franco ne ha parlato nella relazione presentata mercoledì scorso in Parlamento, durante un’audizione sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza). Secondo il Ministro, come evidenziato dal giornale La Repubblica, il motivo di questo “gran rifiuto” è dovuto a diversi fattori.
Tra le ragioni principali che hanno fatto “scappare” tanti candidati ci sarebbero la difficoltà per i professionisti nel trovare un alloggio adeguato a Roma, la tipologia contrattuale (contratto a tempo determinato di tre anni), gli stipendi troppo bassi, se messi a confronto con quelli del settore privato.
Il vantaggio di poter godere di una riserva di posti fino al 40% nei successivi bandi pubblici a tempo indeterminato non ha convinto numerosi professionisti, che hanno preferito partecipare ad altri concorsi nella Pubblica amministrazione che davano maggiori garanzie di stabilità economica. Basti pensare che da maggio a dicembre 2021 sono stati sbloccati nella Pubblica amministrazione bandi per 45mila posti a tempo indeterminato.
Per il Ministro dell’Economia per ridurre le defezioni in futuro bisognerà rendere “più attrattive queste posizioni”, aumentando i canali per la “stabilizzazione” o prevedendo “maggiori riconoscimenti economici” per chi lavora al PNRR.
Dello stesso avviso il Ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta che già nei mesi passati, in risposta ai risultati deludenti del primo concorso per 2800 tecnici al Sud, aveva dichiarato “se offri un contratto a termine e livelli salariali non di mercato il professionista super-qualificato ti fa un sorriso e ti dice no grazie”, sottolineando la necessità di studiare nuove formule per attrarre gli esperti PNRR.
Oggi più che mai la Pubblica amministrazione ha bisogno di personale qualificato per gestire gli interventi legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ingegneri, architetti, geologi, biologi, ma anche funzionari amministrativi capaci di dare uno slancio all’attività della Pubblica Amministrazione e migliorarne l’efficienza organizzativa.
Perdere queste nuove leve a causa di contratti che non garantiscono certezze e prospettive di inserimento a lungo termine sarebbe un vero peccato. Proprio per questo motivo oltre ai canali di selezione tradizionali si sta facendo strada un nuovo strumento, il portale del reclutamento della Pubblica Amministrazione inPA, definito dallo stesso Brunetta il Linkedin della PA”, grazie al quale sono già stati scelti mille esperti per la revisione e semplificazione delle procedure nelle amministrazioni regionali e locali, con compensi migliori, in linea con quelli del mercato privato.
Nel frattempo, l’Italia ha centrato tutti i 51 obiettivi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il 2021 e ha ottenuto dalla Commissione Europea il via libera per i primi 21 miliardi di euro. Affinché l’esborso diventi effettivo oltre alla valutazione preliminare positiva servirà ora l’ok finale del Comitato economico finanziario.
Un risultato accolto con “grandissima soddisfazione e orgoglio” e ottenuto secondo il Ministro Brunetta “grazie all’impegno del Governo”, che ha lavorato in questi mesi “con grande serietà e determinazione”, la stessa serietà e determinazione che servirà per raggiungere il prossimo step: “45 traguardi da conseguire entro il 30 giugno per ricevere la seconda rata da 24,1 miliardi di euro”.