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Concorso al ministero della Giustizia, 16.500 addetti per l’ufficio del processo

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  • Il ministero della Giustizia potrà assumere, nel contesto del Pnrr, 16.500 addetti
  • Serve la laurea in giurisprudenza, ma una quota sarà di laureati in economia e scienze politiche
  • I nuovi assunti lavoreranno nell’ufficio creato per accelerare lo svolgimento dei processi

Il ministero della Giustizia potrà assumere, nel contesto del Pnrr, 16.500 addetti da destinare in 2 scaglioni alla struttura di supporto all’attività giurisdizionale. Necessaria la laurea in giurisprudenza, ma una quota, da definire nel bando di concorso che dovrà essere formalizzato, sarà destinata ai laureati in economia e commercio e scienze politiche.

Le assunzioni nella Pa per la giustizia

I nuovi assunti lavoreranno nell’ufficio del processo creato per accelerare lo svolgimento dei processi. Il periodo di lavoro costituisce titolo per l’accesso al concorso per magistrato ordinario; equivale ad un anno di tirocinio professionale per l’accesso alla professione di avvocato e di notaio; vale come un anno di frequenza dei corsi della scuola di specializzazione per le professioni legali.

I compiti affidati ai nuovi assunti

Tra i compiti affidati, una funzione di supporto al magistrato nel compimento di tutti gli atti preparatori utili per l’esercizio della funzione giudiziaria, provvedendo, in particolare, allo studio dei fascicoli e alla preparazione dell’udienza, all’approfondimento giurisprudenziale e dottrinale, alla predisposizione delle minute dei provvedimenti. Prevista poi un’attività di assistenza per l’analisi delle pendenze e dei flussi delle sopravvenienze, con monitoraggio dei fascicoli più datati e la verifica delle comunicazioni e delle notifiche. Ci si aspetta un aumento della capacità produttiva dell’ufficio, attraverso la valorizzazione e la messa a disposizione dei precedenti, l’assegnazione di compiti di organizzazione delle decisioni, in particolare, quelle con un rilevante grado di serialità.

L’ufficio del processo nasce a 7 anni dalla istituzione

Ma l’ufficio del processo trova nelle intenzioni l’obiettivo dello smaltimento dell’arretrato amministrativo che assomma a 135.000 circa ricorsi pendenti nel 2020 davanti ai Tar e a 22.000 al Consiglio di Stato. Esaminerà i ricorsi depositati e sottoporrà al presidente dell’ufficio giudiziario o della sezione i ricorsi per i quali le parti hanno chiesto di svolgere attività istruttoria, verificazione o consulenza tecnica d’ufficio o che sono suscettibili di immediata definizione in rito o nel merito per effetto di una giurisprudenza ormai consolidata.

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Redazione