Un’altra occasione perduta per la pubblica amministrazione italiana. Anche il nuovo concorso Coesione Sud 2022, che aveva messo in palio 2022 posti nell’ambito degli interventi legati al PNRR nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, si è rivelato un clamoroso flop. Dei 26700 candidati attesi, sono stati infatti solo 728 gli idonei alla prova scritta, il 36% del totale. Qualcosa evidentemente è andato storto.
Le prove scritte del concorso Coesione 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale ad ottobre, si sono svolte lo scorso 30 e 31 marzo in varie regioni del Sud Italia e si sono articolate in un unico test scritto di 40 quesiti a risposta multipla da svolgere in un’ora.
Alcuni dati
Se analizziamo la situazione più nel dettaglio ci accorgiamo che lo scenario è ancora più preoccupante. Per il profilo di funzionario tecnico dei 1270 posti ne sono stati coperti appena 124, il 9% del totale, per il profilo di funzionario esperto in gestione gli idonei sono risultati 553 su 733 posti, ovvero il 75% del totale, mentre più incoraggianti sono i dati per il profilo di funzionario esperto-analista informatico con 51 candidati idonei per 19 posti disponibili.
Scarsa appetibilità dei contratti
Stando così le cose gli idonei risulterebbero dunque quasi tutti assunti, il problema potrebbe però sorgere al momento dell’accettazione dell’incarico, poiché, come è accaduto in passato per il concorso per 2800 tecnici al Sud, molti potrebbero decidere di rifiutarlo.
Le ragioni vanno sicuramente ricercate nella scarsa appetibilità dei contratti proposti. Un incarico a tempo determinato della durata di 3 anni con una retribuzione non in linea con il mercato viene considerato da molti poco conveniente.
Si tratta, infatti, di profili tecnici ad elevata specializzazione molto richiesti dalle aziende private che possono però proporre stipendi più elevati.
Come ha spiegato il Ministro dell’Economia Daniele Franco a febbraio nella relazione presentata in Parlamento, durante un’audizione sul PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), per ridurre le defezioni in futuro bisognerà rendere “più attrattive queste posizioni”, aumentando i canali per la “stabilizzazione” o prevedendo “maggiori riconoscimenti economici” per chi lavora al PNRR.
Candidati poco preparati o flop dei test a crocetta?
C’è poi un altro problema da valutare: il basso numero dei candidati idonei ai concorsi pubblici, svolti secondo le regole “fast track”. Molti ritengono sia dovuto alla scarsa preparazione dei candidati, mentre altri sono convinti che le modalità di selezione siano inadeguate, un semplice test a crocetta non è sufficiente per reclutare i profili migliori.
Intanto tantissimi sono i fondi europei ancora non spesi a causa dei bandi andati deserti e la pubblica amministrazione ha sempre più necessità di selezionare personale qualificato per la gestione dei progetti relativi al PNRR, ingegneri, architetti, geologi, biologi, ma anche funzionari amministrativi capaci di dare uno slancio all’attività della Pubblica Amministrazione e migliorarne l’efficienza organizzativa.
Servono nuove forme di reclutamento
Il Governo sta dunque cercando di correre ai ripari incentivando altre modalità di reclutamento tramite, per esempio, il nuovo portale del reclutamento della Pubblica Amministrazione inPA, definito dallo stesso Brunetta il Linkedin della PA”, grazie al quale sono già stati scelti mille esperti per la revisione e semplificazione delle procedure nelle amministrazioni regionali e locali, con compensi più alti di quelli proposti nei concorsi pubblici, in linea con quelli del mercato privato.
Il Ministero del Sud e della Coesione territoriale è già alla ricerca di 1300 figure che saranno selezionate dai Comuni tramite il portale inPA e assunte con contratti di lavoro autonomo per 36 mesi e con stipendi più alti di quelli previsti dai concorsi pubblici.
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