Dopo il flop del maxi-concorso per 2800 tecnici al Sud, il primo concorso digitale e con formula “fast track”, fortemente voluto dal Ministro Renato Brunetta e dalla Ministra Mara Carfagna, da più parti ci si chiede quale strada si intenderà percorrere per assegnare i posti rimasti scoperti.
Sul gruppo e la pagina Facebook dedicati al concorso Coesione si avanzano varie ipotesi. C’è chi propone un abbassamento del punteggio, chi chiede di eliminare le penalità, c’è chi è convinto che si procederà per chiamata diretta e chi ritiene giusto indire nuove selezioni.
Ci sono però anche tante polemiche tra candidati che non ritrovano nei test domande fornite in sede di esame, chi trova segnate risposte non date e chi sta presentando apposita istanza di riesame in autotutela, a causa di quesiti dalla risposta non univoca.
È il caso, per esempio, dell’ingegnere Anthony Rimoli, che ha scritto a Restoalsud.it indicando di aver ottenuto un punteggio di 19,875 anziché 21, per via di una risposta considerata errata e che invece sulla base di leggi e sentenze potrebbe risultare corretta e consentirgli in questo modo di superare la prova scritta. “Ho risposto correttamente ad una domanda ma secondo FORMEZ la risposta corretta sarebbe un’altra. Nell’istanza ho motivato le mie ragioni e ho sottolineato inoltre che non può ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale la valutazione circa la chiarezza della domanda e l’univocità della riposta ritenuta corretta dall’Amministrazione, posto che ogni quiz a risposta multipla deve prevedere con certezza una risposta univocamente esatta per evitare una valutazione dei candidati in violazione del principio della par condicio desumibile dall’art. 97 della Costituzione”.
C’è anche chi pur avendo superato i test scritti sceglierà di rinunciare all’incarico avendo già un buon lavoro e non essendo disposto a trasferirsi in un’altra città, per un contratto che non garantisce nessuna certezza e prospettiva di inserimento a lungo termine nella PA (contratto a tempo determinato di soli 3 anni e uno stipendio di 1.400 euro al mese).
Del resto, come ha sottolineato lo stesso Ministro Brunetta, nei giorni scorsi, in Commissione Affari Costituzionali al Senato: “Se offri un contratto a termine e livelli salariali non di mercato il professionista super-qualificato ti fa un sorriso e ti dice no grazie”.
La colpa secondo il Ministro sarebbe da attribuire al precedente governo, che ha proposto contratti a tempo determinato e retribuzioni medio-basse, che di certo non potevano fare gola a tecnici e professionisti qualificati.
Il concorso avrebbe dovuto reclutare entro il mese di luglio, in soli 100 giorni, 2800 tecnici da ripartire in diverse regioni del Sud Italia (Abruzzo: 243 posti; Basilicata: 119; Calabria: 365; Campania: 642; Molise: 78; Puglia: 481; Sardegna: 318; Sicilia: 497), ma qualcosa evidentemente non ha funzionato nel sistema di reclutamento scelto.
La rettifica del bando, che aveva aperto a oltre 70.000 candidati, non è riuscita a garantire la copertura dei posti richiesti. Ad oggi, a fronte di 1483 vincitori idonei, sarebbero solo 821 le assunzioni previste (per due dei cinque profili, infatti, i vincitori sarebbero più dei posti disponibili). Si riuscirebbe così ad assegnare meno di un terzo dei posti.
Da un lato si è assistito a una bassa partecipazione alle prove da parte di professionisti per via dei contratti poco convenienti, ma dall’altro anche i neolaureati sono stati scoraggiati dall’iniziale preselezione per titoli ed esperienze.
In più, i tempi molto stretti, la riapertura inaspettata delle selezioni, con l’invio delle convocazioni solo pochi giorni prima degli esami, avrebbe creato diversi problemi logistici, inducendo molti candidati a non presentarsi alle prove e non avrebbe consentito uno studio accurato delle materie d’esame.
Nel frattempo, prosegue l’iter dei ricorsi presentati al Tar per chiedere il ripristino delle previsioni originarie del bando, a causa dell’apertura indiscriminata del concorso ad altri 70.000 candidati. Il rischio reale è che il TAR possa decidere di annullare l’intera selezione dei 2800 tecnici.
Il cambio di rotta, che ha suscitato aspre critiche, è stato determinato dalla bassa partecipazione degli 8.582 candidati ammessi alla prima tornata di prove, inferiore al 65% in media e addirittura inferiore al 50% in alcune regioni.
Tra malumori, rinunce e ricorsi non sembra, dunque, esserci pace per questo concorso. Intanto, non resta che attendere la pubblicazione delle graduatorie definitive, frutto della somma dei risultati della prova scritta e quelli derivanti dalla valutazione dei titoli, delle esperienze professionali ed eventuali titoli di preferenza in caso di pari merito.