In Calabria c’è chi ha deciso di combattere la malavita mettendo insieme tradizione e innovazione. È Vincenzo Linarello che con Goel Gruppo Cooperativo ha dato vita a una serie di realtà una più affascinante dell’altra. Vincenzo è il protagonista del podcast 36 di Start Me Up.
clicca sull’immagine per ascoltare il podcast
Goel Gruppo cooperativo è attivo su quei fronti considerati chiave per l’economia del nostro paese: la moda, l’ospitalità e il cibo. Vediamoli insieme nel dettaglio.
Cangiari è il primo marchio di moda eco-etica di fascia alta. Questa definizione nasce dalle caratteristiche degli abiti e dalla loro produzione. Gli abiti sono infatti prodotti da una cooperativa sociale che fa reinserimento lavorativo di persone svantaggiate. Essendo poi un marchio di una cooperativa è di proprietà dei soci stessi, senza quindi padroni o multinazionali alle spalle.
In più i capi vengono realizzati con telai a mano, attraverso un’operazione di recupero dell’antica tradizione della tessitura a mano calabrese. Inoltre i materiali utilizzati sono certificati biologici attraverso il GOTS, Global Organic Textile Standard. Infine Cangiari è etico anche nel messaggio. Il nome significa cambiare e incarna la mission del prodotto: “Promuoviamo – dice Vincenzo – un impegno per il cambiamento, la sostenibilità ambientale e la lotta per la giustizia sociale”.
Il secondo progetto in cui è impegnato Goel è Locride, un ostello della gioventù in un bene confiscato alla mafia a Locri, in provincia di Reggio Calabria. Una struttura di 15 stanze con 45 posti letto con una storia piuttosto travagliata. È Vincenzo a ripercorrerla per noi.
Goel arriva dopo che nessuno degli enti no profit manifesta interesse per l’edificio, nonostante un bando ad assegnazione gratuita della durata di 10 anni. Il gruppo cooperativo partecipa alla nuova gara e la vince. Dice Vincenzo: “A soli 10 giorni dall’annuncio, dal nostro comunicato stampa, arriva il primo furto con danneggiamento per un danno complessivo di circa 20 mila euro. A questo danneggiamento noi abbiamo risposto con la consegna delle chiavi, dimostrando cioè che noi andiamo avanti e non ci fermiamo.”
Goel è anche nel settore agroalimentare con una azienda che nasce – come dice Vincenzo – “da una richiesta di aiuto”. Una richiesta che arrivava da quei produttori agricoli vittime della ‘Ndrangheta. GOEL Bio non lavora quindi su terreni confiscati alla malavita, ma direttamente con i produttori che oggi lavorano con un ottimo riscontro di mercato.
L’impegno di Vincenzo Linarello è riconosciuto da tempo; il suo lavoro gli ha permesso di entrare a far parete della famiglia Ashoka, associazione che raduna e sostiene changemaker di tutto il mondo. È molto bello come Vincenzo commenta questo suo traguardo durante l’intervista: “Io sono il volto, la faccia, la voce di una comunità di donne e uomini calabresi, fieri e coraggiosi e che in questi anni hanno costruito palmo dopo palmo Goel. È a questa comunità che spetta il titolo di fellow, più che a me. E da questo punto di vista, credo sia un importante riconoscimento.”