‘Brutti’ e danneggiati dagli attentati dell’estremista di destra Anders Breivik nel 2011: due edifici di un complesso governativo degli anni Sessanta nel centro di Oslo rischiano la demolizione e secondo un sondaggio il 40 per cento dei norvegesi è d’accordo per abbatterli.
Il problema è che i due palazzi che ospitavano uffici governativi sono caratterizzati da un ‘tocco’ artistico di grande prestigio: alcuni murales opere di Pablo Picasso che rappresentano ‘La spiaggia’, ‘Il gabbiano’, un Satiro e un Fauno e due versioni del ‘Pescatore’.
Il quotidiano britannico Independent scrive che l’opzione abbattimento sta suscitando un infervorato dibattito tra coloro che considerano i due edifici irrimediabilmente brutti e dunque meritevoli di demolizione e coloro – tra tutti la sovrintendenza per i beni norvegesi – che pensano vadano restaurati e salvati comunque perché rappresentano un momento artistico di una certa epoca, il Modernismo, nonostante il loro scarso appeal.
Il complesso governativo nacque alla fine degli anni Cinquanta nel centro della capitale norvegese; diviso in H-block e Y-block fu decorato da murales disegnati dal grande pittore spagnolo ed eseguiti materialmente dall’artista Carl Nejsar. Successivamente opere simili furono create da Picasso a Barcellona e Stoccolma. Da tempo tuttavia gli edifici sono al centro di critiche da parte della comunità artistica locale che li considera brutti e troppo evocativi del comunismo est europeo.
Al giornale britannico il pittore Dag Hol, ricordando che sono stati danneggiati dagli attentati di Breivik del luglio del 2011, ha dichiarato: ”Abbiamo un’occasione d’oro per liberarci di loro” , naturalmente salvaguardando i murales di Picasso. Un legale della famiglia del pittore ha invece ricordato che le opere furono espressamente create per decorare quegli edifici e che non possono essere semplicemente ”tirate via”. Il governo ha fatto sapere che, se si decidesse di demolirli, i murales saranno salvati togliendo ”mattone dopo mattone, per essere ricostruiti altrove”, ma ha aggiunto che la decisione finale sarà adottata non prima dell’inizio del prossimo anno.
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