Vocazione. Essere chiamato da qualcuno. Qualcuno per il quale vali. Qualcuno che senza di te non sa, non vuole vivere. Vocazione alla vita, innanzitutto. Dal niente sei chiamato all’essere. Vivere: esperienza unica e straordinariamente bella. Sempre. Anche quando pesa. Amare. Verbo da coniugare in mille modi. Parola senza confini. Vocazione all’amore. Tutti siamo chiamati ad amare. Chi trasgredisce si assume una responsabilità enorme e paga un prezzo atroce. Un mondo senza amore è simile all’inferno. Chi ama si fa attento. Spera. Vive. Acquista intelligenza. Sentirsi amati, cercati, valorizzati. Chi chiama ti indica la via. Ad ognuno la sua. Importante è non sbagliare. Discernimento è la parola magica. Discernere, cioè capire. Comprendere per camminare spediti senza voltarsi indietro.
Il prete. Figura affascinante e incompresa. Amata e bistrattata. Cercata e rinnegata. Vocazione al sacerdozio. All’inizio non capisci. E preghi. E gemi. E piangi. Poi la voce si fa chiara. Distinta. Ed è rivolta a te, anche se eravate in tanti. Anche se gli altri erano migliori. Più buoni e generosi. Più attenti e intelligenti. Anche se tu non l’avevi messo in conto. Lui, il Signore, fissa i suoi occhi nelle tue pupille e tu non reggi. Il suo sguardo è incredibilmente bello. Solo gli innamorati possono capire. E vai. Attratto dal Mistero. Dove, tu stesso non lo sai. Ti fidi. E Lui ti ammalia indossando le vesti della festa. Ti porta con sé sul monte. Non quello del Teschio, non è il momento ancora. Oggi ti appare nella gloria. E tu resti senza fiato. Sei pronto. No, non è l’economia a far girare il mondo. Nemmeno le armi, i complotti o le furbizie. Non sono le regole a dare slancio per andare avanti. Occorre sentirsi amati. Cercati. Voluti. Sentirsi importanti per la persona amata. E se l’innamorato è Dio si rischia di impazzire. Vertigini. La mente si difende quando la parola è inutile. Vai. Non puoi non andare. Mille mani tentano di tirarti indietro. Amici e conoscenti. Parenti e insegnanti. “Resta… Dove vai… Non fare follie… Non sarai tu a cambiare il mondo… Accontentati… Azzanna l’attimo fuggente… Assapora il morso della carne…”. Tu, frastornato, non capisci.
Perché a me, Signore? E vai. Strade inesplorate ti si aprono davanti. Volti sconosciuti ti diverranno cari. Senti che ognuno ti appartiene. E tu appartieni a tutti. Ognuno ha il diritto di abbeverarsi alla tua fonte. Non sei più tuo. Sedotto. L’Uomo della croce ti ha sedotto. Ci sono giorni in cui ti illudi anche di essere importante. Quando la gente ti cerca. Quando dai da mangiare al povero. Quando doni il perdono al peccatore. Quando costringi Cristo e scendere sull’Altare. Si cammina. Di vocazione in vocazione. Viene il momento in cui il Re si fa più esigente. Vuole tutto. Ha smesso l’abito di luce ed è rimasto nudo e insanguinato. C’è ancora chi gli schiaffeggia il volto e gli tira la barba. Chi lo sbeffeggia e chi gli sputa addosso. Tu cerchi di fermarli: perché, fratelli? Perché? Con quale coraggio? Lui ti guarda con struggente affetto. Porta sulle spalle il mondo. Vuole essere consolato. Da te. Ti chiede gentilmente di appoggiare sulle tue spalle il legno. Tu sei libero. Lo sei sempre stato. E liberamente accetti. È dolce e doloroso. Dolorosamente dolce. Dolcemente doloroso. Adesso sanguini anche tu, ma non puoi, non vuoi sottrarti. Senti che il tuo posto è stare là con Lui. E ancora una volta ti ritrovi a dire “ si”. Una vocazione nuova. Una forza irresistibile ti attrae. Tutto intorno si fa piccolo. Tutto perde di interesse. Unico desiderio: fonderti con Lui. Sei pronto a tutto. Anche a essere vituperato, umiliato, calunniato. Importante è Lui. Gesù Cristo, l’ Indispensabile. Non più parole. Non più opere. Preghiera. Silenzio. Immolazione. Con Cristo, per Cristo e in Cristo. Inabissarsi nel silenzio della contemplazione per continuare a servire l’uomo.
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