È una ‘radiografia completa della ricerca italiana il risultato delle analisi fatte in due anni dall’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della Ricerca (Anvur). Non c’è la grande classifica unica che molti forse si aspettavano, ma sono state stilate più classifiche, in un ‘immagine ‘’sfaccettata risultato di dati relativi a 7 anni’’, come l’ha definita il ministro per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca, Maria Chiara Carrozza, commentando i dati presentati oggi dall’Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della Ricerca (Anvur) e pubblicati online (www.anvur.org/rapporto) in modo da renderli accessibili. Punto di partenza dell’Anvur è stato un’analisi dettagliata interna a 14 grandi aree, relative ad altrettante discipline: dalla fisica alla matematica e alla chimica, fino a ingegneria, medicina e psicologia.
Ognuno di questi ambiti ha le sue eccellenze e, sommandoli, emerge che quella di Padova è l’università più virtuosa, seguita da Milano Bicocca, Verona, Bologna e Pavia. Fra le università di medie dimensioni valutate per aree si affermano Trento, Bolzano, Ferrara, San Raffaele di Milano, Piemonte Orientale e Ca ‘ Foscari di Venezia. Le piccole università più affermate nelle 14 aree sono: Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la Normale di Pisa, Luiss di Roma, Sissa di Trieste e Campus Biomedico di Roma. Parallelamente un’altra valutazione fatta dall’Anvur ha messo a confronto la produttività di ciascuna università con le sue dimensioni.
È emerso così che fra le grandi università Siena occupa il primo posto, con un punteggio del 35,7%, seguita da Verona (34,4%), Milano Bicocca (31,2%), Padova (30,4%) e il Politecnico di Milano (25,2%). Fra le università di medie dimensioni al primo posto per capacità innovativa risulta l’Istituto San Raffaele d Milano (106,1%), seguito dalla Bocconi, sempre a Milano (90,3%) e dall’università di Trento (59,5%). Fra le piccole università al primo posto c’è lo Iuss di Pavia (196,4%), seguito da Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze (161,2%) e Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (158,8%). Analogamente fra gli enti di ricerca ci sono eccellenze nei particolari ambiti di attività, come accade per l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) per la fisica. La valutazione complessiva sulla qualità vede invece in prima posizione l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Il segno meno si riscontra invece per l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e per il più grande ente pubblico di ricerca, il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Al di là delle classifiche, il grande risultato è che adesso ”il Paese possiede una fotografia dettagliatissima e,soprattutto, certificata della qualità della ricerca italiana”, ha detto il presidente dell’Anvur, Stefano Fantoni. A 12 anni dal primo tentativo di valutare la ricerca, “l’Italia entra nell’Europa della valutazione’’, come ha detto il ministro. Ora che i dati sono sotto gli occhi di tutti, si tratta di tradurre la valutazione in assegnazione di fondi (540 milioni complessivamente) sulla base dei meriti. Un’operazione che il ministro conta di concludere entro l’estate.