Sabato 16 Novembre 2019, è andata in onda la prima di tre puntate dedicate a tre cantautori che hanno fatto grande la musica italia; protagonista la canzone di Fabrizio De Andrè. A condurre la serata sono stati Enrico Ruggeri e una delle donne della tv più talentuose, la pugliese Bianca Guaccero.
Tanti i protagonisti della musica a dare voce cercando di interpretare o reinterpretare le canzoni del Faber con poche performance degne di nota ed un gobbo elettronico vero mattatore della serata.
Una grande band, diretta da Maurizio Filardo, è riuscita nell’impresa di stare dietro agli artisti che in alcuni casi sembravano in grande difficoltà, chi per la voce andata via (Enrico Ruggeri), chi per la luce che impediva la lettura del gobbo elettronico (Ornella Vanoni) e chi è riuscita nonostante un “ritorno in cuffia” poco bilanciato come per la performance di Loredana Bertè in “Fiume Sand Creek”.
Loredana Bertè emozionata ed emozionante alle prese con le canzoni di un poeta della musica con cui si è confrontata ed ha vinto.
Gli occhi più attenti, molto probabilmente, si sono resi conto che c’è stata una defiance nella conduzione salvata a tratti dalla Guaccero che ha dimostrato, ancora una volta, un grande talento e delle belle abilità canore.
Poche le interpretazioni e le esibizioni che hanno reso interessante una serata con un equilibrio precario: un Morgan, tra i più grandi talenti della musica italiana contemporanea, critico musicale sopraffino e di grande ricerca e che ci ha portato in un viaggio tra i personaggi dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master in cui ha raccontato la canzone “Un giudice” meravigliosamente rivisitata dal cantautore, polistrumentista, compositore, scrittore e fondatore dei Bluvertigo.
Della nuova generazione si salvano Anastasio e Willie Peyote con una rivisitazione delle canzoni del Faber che avrebbero incuriosito anche lui.
Non si spiega invece la clip su Achille Lauro che ha messo in evidente imbarazzo Dori Ghezzi; non è il discusso artista di Sanremo 2019 a rappresentare una nuova generazioni di artisti, cantautori ed interpreti della musica italiana.
È stata una prima serata tra alti e bassi, performance con poco equilibrio sonoro dove pochi hanno salvato una prima puntata di “Una canzone per te”, ennesimo tentativo di beatificazione mediatica di un poeta anarchico che si svestì dei panni borghesi per le genti dei popoli la vita di persone semplici che combattevano ogni giorno per restare al mondo.
Una menzione speciale per la PFM che ha eseguito in una meravigliosa performance “Volta la carta” e Mauro Pagani che ha creato un’atomosfera quasi religiosa eseguendo “Creuza de ma” con la maestosa cornice di Zena.