Una lacrima solca il Vesuvio, s’incunea nei declivi, scende nel mare e si perde.
Napoli piange. Il suo condottiero è stato ferito e siede a capo chino ai bordi dell’arena.
Con lui sei milioni di cuori sparsi in tutto il mondo, addolorati e mesti.
Una sentenza sportiva ha spento le luci della città, ha reso triste la passeggiata sul molo, sul lungomare e sulle colline.
Manca qualcosa in questa giornata, manca la vela di una barca che viaggiava spedita nell’agone del calcio italiano. Il luogo dei mille vessilli, campanili e torri, metafora di un tempo antico che si rinnova.
La città che ride, la città della vita, la città dell’emozione, dell’allegria, del “sorriso a prescindere”, oggi è un pierrot sbiadito.
Ma la lacrima riesce ad emergere dal mare e a volare verso l’alto. Per diventare una goccia di colore azzurro che si mescola nel cielo.
Gonzalo, alza gli occhi, guarda quel colore e sorridi. Sarà il goal più bello che hai segnato per questa città.