Paolo Calabresi è un attore completo, nella sua carriera ha spaziato nei ruoli più diversi. Ha partecipato a numerose produzioni teatrali, a numerose fiction televisive, da “Nati ieri” a “Distretto di polizia”, oltre che in diversi film con “Don Bosco”. Ha preso parte a diversi spot pubblicitari oltre che essere “iena” ufficiale de “Le Iene” su Italia 1.
L’abbiamo visto tutte nelle sere nell’immancabile appuntamento de “Zio Gianni” su Rai2, oltre che in un piccolo ma significativo ruolo ne “La Corrispondenza” di Giuseppe Tornatore. Attualmente, lo vediamo nel film firmato da Vincenzo Salemme “Se mi lasci non vale”, oltre che a teatro in “Nudi e Crudi”.
Chi è Paolo Calabresi oggi?
E’ un attore molto soddisfatto perchè ha la fortuna di svolgere un mestiere che, oggi più che mai, gli sta dando la possibilità di spaziare in ruoli anche diametralmente opposti.
Sei un attore bravissimo che ha spaziato nei ruoli più diversi, oltre che essere diretto da alcuni dei più grandi registi. Per quali motivi hai scelto di fare questo mestiere? Quali fini ha un attore nei confronti del pubblico?
Posso dirti che non avrei saputo fare altro nella mia vita perchè, come diceva Monica Vitti, questo mestiere va fatto solo se c’è una necessità vitale per farlo. Secondo me, un attore al suo pubblico deve l’onestà dell’interpretazione; un attore non dovrebbe mai giudicare il suo personaggio, non dovrebbe mai dargli un clichè o incasellarlo, non sarà mai solo buono o solo cattivo, perchè esistono moltissime sfumature.
Sei tra i protagonisti di “Se mi lasci non vale” di Vincenzo Salemme. Ci racconti un po’ del suo personaggio?
E’ un uomo di 50 anni che in realtà fino al momento di inizio della storia del film non è mai cresciuto, non è mai riuscito ad avere rapporti maturi con le persone, vive ancora con il padre. Viene trascinato in una storia di vendette quasi adolescenziali. E’ accomunato dallo stesso triste destino del personaggio interpretato da Vincenzo Salemme, ovvero entrambi sono stati lasciati dalle proprie compagne. I due si conosceranno e entrambi si capiranno che l’unico modo per smettere di star male e voltare pagina è la vendetta. Escogitano dunque il piano secondo cui ciascuno di loro dovrà avvicinare la ex dell’altro, conquistarla facendo leva sugli interessi e i punti deboli rivelati dall’amico, farla innamorare perdutamente e poi lasciarla. Alla fine Paolo si innamora seriamente e verrà riconosciuto per quello che è, senza maschere.
Sei stato al cinema anche con “La Corrispondenza” di Giuseppe Tornatore. Ci racconti del suo Ottavio? Come ti è preparato per questo ruolo?
Questo è stato un ruolo che mi ha riempito di gioia ma che mi ha anche molto commosso. Ho avuto la fortuna di far parte di un film di una bellezza straordinaria secondo me. Ottavio è stato associato a Caronte, ma non è esatto perchè lui trasportava anime morte e condannate; il mio personaggio invece traghetta la protagonista da una zona di terraferma, in cui c’è il confine tra il concreto e il reale, a una zona in cui quello che lei cerca c’è e non c’è. Tornatore aveva bisogno di un personaggio che con lo sguardo stesse tra cielo e terra.
Cosa vuol dire per un attore essere diretto da un regista come Tornatore?
E’ una di quelle fortune che capitano poche volte nella vita purtroppo. Hai la sensazione che niente sia affidato al caso, con una grandissima cura nei dettagli quasi maniacale, non sempre accade che un regista sia così attento e meticoloso.
Ti vediamo tutte le sere su Rai2 con “Zio Gianni”, qual è il segreto del successo di questa fiction?
Il segreto è il suo insuccesso nella vita secondo me, è un perdente, uno sconfitto che fa tuttavia delle sconfitte la sua vittoria. È un uomo capace di vivere con quello che la vita gli ha offerto che si è adattato, è a suo modo un supereroe perchè si mette in gioco con le poche cose che ha.
Sei a teatro con “Nudi e Crudi” di Bennet. Al tuo fianco in scena, troviamo anche Maria Amelia Monti. Perchè hai accettato questo progetto teatrale?
Posso dirti che non sono solito sempre ad accettare quello che mi viene proposto, non mi accontento mai ma alla fine ho detto sì perchè credo abbia delle caratteristiche molto virtuose. E’ la storia di una coppia che di fatto perde tutto, subiscono una sorta di svuotamento in una vita ben indirizzata ed era molto interessante analizzarne le conseguenze. Ho accettato anche perchè alla regia c’è Serena Sinigaglia, una garanzia.
Quest’intervista verrà pubblicata in Resto al Sud, una testata giornalistica molto attenta alle terre del meridione. E’ possibile resistere e non lasciare sole queste terre?
La condizione per me perchè questo possa avvenire è che si recuperi il senso di quello che è pubblico, di quello che appartiene a tutti, almeno tanto quanto per quello che abbiamo per le nostre cose private. Ci deve essere una crescita collettiva e se ciò avvenisse sarebbe una bella esplosione.
Nuovi progetti?
Mi vedrete in “Nemiche per la pelle” con Margherita Buy, Giampaolo Morelli e Claudia Gerini e da primavera inizio a girare in sequel di “Smetto quando voglio”.
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